Se le abitudini dei consumatori sono cambiate, allora collegare wine lovers e cantine diventa ancora più importante di prima.
Il contatto diretto con la cantina
Non si tratta solamente di spingere per l’acquisto online, la bottiglia al ristorante resta sempre il miglior modo di bere un vino. Il vino però viene comprato anche per portarselo a casa, direttamente dallo scaffale dell’enoteca o del supermercato dietro casa.
Ma il contatto fra wine lovers e cantine in questo modo non si costruisce mai; si torna in una enoteca perché si sa che lì ci sono vini che ci piacciono, ma quanti clienti si segnano l’etichetta del vino che bevono? Quante volte è capitato ad un enotecaro di sentirsi dire da un cliente che voleva il vino dell’altra volta, ma non si ricordavano cosa fosse?
Il canale diretto con il consumatore quindi diventa importante, in questo senso; le abitudini di acquisto si sono modificate, ed il mondo del vino ne deve tenere conto. Non solo in California o in Australia, ma anche in Italia ed in genere nel Vecchio Continente.
Credo si inserisca in questo quadro l’iniziativa dell’istituto Trento Doc per rafforzare la propria presenza digitale. Ora appassionati e professionisti hanno a disposizione un’app da scaricare sul proprio smartphone per avere un panorama completo sulla produzione di bollicine della denominazione.
Un’app dedicata al turismo del vino
Trento Doc sono bollicine italiane metodo classico importanti, visto che contiende marchi come Cantine Ferrari e San Leonardo. In tutto sono 55 cantine, fra quelle più grandi e quelle più piccole, che producono un metodo classico sempre ben accetto sulle tavole italiane e soprattutto estere.
L’app è stata scaricata oltre 1000 volte, è veramente nuova ed uscita da pochissimo. Buona l’esperienza utente, con tutto quel che serve immediatamente a portata di mano. Le sezioni principali sono quattro: Trentodoc, Case Spumantistiche, Itinerari, Mappa.
Sotto questi quattro pulsanti, una sezione con le ultime news che riguardano la denominazione ed il territorio. In fondo si trova un comodo menù per tornare alla home principale, per andare alle news o agli itinerari. C’è naturalmente la possibilità di creare un utente di login, vedremo che tipo di notifiche verranno inviate.
Sono elencati i 55 produttori di spumante della denominazione, in ordine alfabetico. Per ognuno ci sono le informazioni necessarie, i contatti ed alcuni punti di interesse come percorsi di trekking, musei e naturalmente ristoranti e ostelli.
TrentoDoc e wine lovers
La sezione degli Itinerari è ugualmente ben fatta, con i percorsi divisi per zona, qundi ad esempio la valle dell’Adige o l’alto Garda. È evidente la vocazione enoturistica, l’aspetto principale di quest’app è collegare wine lovers e cantine
Crediamo sia importante dotarci di strumenti che aiutino gli appassionati di Trentodoc in tutti i tipi di situazioni, comprese le degustazioni a casa, e gli eventi di persona, fornendo le informazioni più accurate in un modo semplice e pulito. L’app arriva in un momento importante perché continuiamo ad essere più efficienti e sostenibili nella nostra vita quotidiana (Sabrina Schench, direttrice dell’Istituto Trento Doc)
Le mappe sono fatte molto bene, si integrano sia con GoogleMaps che con Waze, una cosa che nel panorama vinicolo non è da poco. E nel menù è possibile controllare se ci siano eventi a cui potersi iscriversi, come fiere o degustazioni, anche online. Il tutto direttamente con Eventbrite, molto comodo.
Mi sembra una delle migliori cose da parecchio tempo a questa parte nel panorama digitale del vino italiano. È un esempio da cui le altre denominazioni dovrebbero trarre insegnamento. Ad oggi anche zone importanti come Prosecco o Montalcino sono piuttosto latitanti su questo versante. Ne parlavo già qualche anno fa, se volete potete leggere il mio post sulle mappe dei vini ed il turismo del vino.
Ma non stupisce che TrentoDoc abbia sviluppato, tutta al suo interno, un’app ben fatta così.
Conoscono i loro clienti, conoscono i loro associati, lavorano per coinvolgere le persone a visitare le loro cantine, i paesi del Trentino, musei e zone d’arte. Per sviluppare il Direct to Consumer, collegare wine lovers e cantine in questo modo è la strada giusta. Spero che sia un esempio che altri raccolgano.