3 domande per scegliere la tecnologia migliore per l’azienda vinicola

3 domande per scegliere la tecnologia migliore per l’azienda vinicola

Se non si riesce a parlare lo stesso linguaggio, riuscire a scegliere la tecnologia migliore per l’azienda vinicola diventa un’impresa impossibile. A meno di affidarsi completamente al fornitore di hardware e software, che ha lo stesso problema, ossia parlare lo stesso linguaggio del produttore di vino. In questo caso ad esempio è ottima l’idea dell’incubatore per startup wine tech nata a Bordeaux.

Occorrerebbe allora che il cliente avesse quel minimo di conoscenze per capire quanto queste tecnologie siano necessarie e soprattutto quanto siano nuove o un semplice upgrade di vecchi prodotti. Non è detto che un’azienda vinicola abbia a disposizione un esperto o un tecnico come consulente, per questo motivo ho pensato questo post. Queste sono le tre domande che è necessario porsi ogni volta che sia necessario cambiare o modificare la propria infrastruttura tecnologica. Vale per una cantina vinicola e per qualunque altra azienda, naturalmente.

È una tecnologia utile per la mia azienda vinicola?

È fondamentale, in questa fase, lavorare molto di carta e matita, disegnando gli step di produzione, capire quanto tempo impieghiamo per ognuno e, dove possibile, individuare il loro costo. E spiegarli al fornitore tecnologico. Lo stesso vale per il processo di vendita, dal trasporto al contratto con il distributore o ai canali di vendita diretta. Stanno nascendo molte aziende tecnologiche che si dedicano al wine business, a volte poi orientarsi non è facile.

L’obiettivo potrebbe essere la diminuzione dei costi, l’ottimizzazione del tempo impiegato o le strategie di comunicazione e di vendita: qualunque esso sia, è in questo momento che occorre definirlo. Se la soluzione tecnologica proposta risolve il nostro problema, allora è una tecnologia utile, altrimenti no.

È una tecnologia delle giuste dimensioni per la mia azienda vinicola?

Questo era un problema che si presentava molti anni fa, quando le tecnologie on-cloud non erano disponibili e occorreva installare onerosi server direttamente in azienda. E se anche veniva proposto un sistema di elaborazione remoto, i costi di comunicazione erano proibitivi. Naturalmente se si parla di una stazione meteo, o di sensori perimetrali o nel suolo, l’hardware dovrà essere per forza locale; ma oggi i provider Internet offrono il servizio a costi notevolmente minori rispetto a cinque anni fa. Inoltre oggi tutta l’elaborazione può avvenire direttamente nel cloud, quel magico posto che ancora per molti non è chiaro.

Anche in questo caso però occorre capire quanta potenza di calcolo (le cosiddette ‘risorse’) servono in rapporto alle nostre dimensioni. Le tecnologie cloud ci vengono in aiuto anche stavolta; è possibile, in linea di massima, accendere o spegnere le risorse che ci servono, al momento in cui sono necessarie. Se ad esempio parliamo di un sistema di tracciamento delle vendite, in alcuni periodi dell’anno ce ne saranno di più, in altri momenti di meno. Quindi è inutile, nei periodi più scarichi, pagare risorse che stanno lì a far niente. La maggior parte dei fornitori offre questa possibilità, ossia di aumentare o diminuire la potenza di calcolo on demand. Ma è una cosa che va sempre chiesta.

Quanto costa l’installazione?

Una volta individuata la soluzione, occorre valutarne i costi, che possono avere aspetti diversi tra loro. Oltre l’acquisto del software o dell’hardware, ve ne sono altri da tenere in considerazione.
Ad esempio sapere quanto tempo serve per installare la nuova tecnologia, dalla rete ai sensori nel vigneto, dovrebbe essere sempre chiaro; così come i costi. Sapere se le licenze vanno rinnovate ogni anno, conoscere i dati dei contratti di manutenzione ed assistenza, è importante anche per poter calibrare in modo esatto i costi finali. Nel caso di un upgrade del vecchio software o hardware, bisogna capire se il gioco vale la candela, se ad esempio la vecchia versione non ha più l’assistenza da parte del fornitore o se il vecchio hardware risulta obsoleto per le nuove funzionalità.

Il wine Tech Manager

Una soluzione per riuscire a muoversi all’interno di questi problemi può essere rivolgersi a qualcuno che abbia competenze tecnologiche e, insieme, una buona visione di quel che accade all’interno di un’azienda vinicola. Forse non si riuscirà a scegliere la tecnologia migliore per l’azienda vinicola, ma sicuramente si avrà a disposizione qualcosa di comprensibile. Sia in termini di costi che di tempi.

Le aziende tecnologiche, ne abbiamo già parlato su questo blog, stanno iniziando a dotarsi di competenze interne relativamente all’ambito Food&Wine, un settore di mercato estremamente promettente in ogni sua fase, dalla produzione, alla tracciatura, alla vendita, al controllo qualità.

Se non si vuole lasciare tutta la scelta nelle mani delle Big Tech, anche le aziende vinicole hanno bisogno al proprio interno di competenze tecnologiche.

Photo by Lars Kienle on Unsplash

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