L’etichetta è l’unica informazione che ha il consumatore sul vino che vede sullo scaffale, ma con la tecnologia digitale la possibilità di connettere alla Rete le bottiglie e tracciarne il percorso è certo più semplice.
QR-code ed RFID per la filiera del vino
I QR-code stanno diventando ormai tecnologia vecchia, soprattutto perché consente una informazione in un solo senso, dal produttore al consumatore. Unendoli con emettitori RFID da inserire sulle capsule, si possono avere più informazioni ed un utile strumento per combattere le contraffazioni. Potete leggere questo post per avere un’idea di altre soluzioni di tracciatura delle bottiglie.
L’azienda francese Billet stampa etichette per le bottiglie di Champagne da più di un secolo, con una produzione media di 350 milioni di etichette ogni anno, di cui il 90% sono adesive e copre il 30% del mercato dello Champagne. Dopo un rinnovamento tecnologico nel 2016, l’azienda gestita da Arnold Deregnaucourt, pro-pro-nipote del fondatore, è stata acquisita dalla startup tecnologica TraceAWine, che ha introdotto gli RFID per tracciare lo Champagne incorporati alla capsula della bottiglia.
Secondo Laurent Berns, founder di TraceAWine, il solo QR-code va bene per piccole cantine vinicole; per le aziende con produzioni superiori a 500.000 bottiglie, usare gli RFID per tracciare lo Champagne è la soluzione ideale.
In questo modo il sistema segue e controlla le bottiglie dalla linea di imbottigliamento all’imballaggio.
Da qui in poi, il tragitto della bottiglia sarà individuato da un codice unico, con il quale tenere traccia del percorso della bottiglia da quando esce dalla cantina fin sulla tavola del cliente.
Lotta alle contraffazioni dello Champagne
Oltre a verificare il buon funzionamento della supply chain, questo controllo servirà anche come contrasto alle contraffazioni o a vendite truffaldine. Sapendo infatti chi è il rivenditore finale, enoteca o ristorante, si riesce a sapere se una bottiglia venduta in Inghilterra dopo qualche tempo compare in Russia.
Avere il trasmettitore RFID sulla capsula rende quasi impossibile il riutilizzo del codice: all’apertura la capsula si strappa, ed il dispositivo non è più utilizzabile.
È una tecnologia ancora costosa, solo poche aziende potrebbero stampare RFID sulla capsula della bottiglia, e per ora si parla di Champagne, prodotto di lusso.
I dati dalle bollicine di Champagne
La tecnologia digitale ha però il grande pregio di aumentare velocemente la diffusione dell’innovazione, rendendola così disponibile ad un enorme numero di persone. Le potenzialità di una soluzione di questo tipo sono da vedere soprattutto nella grande mole di dati che il produttore può riuscire a recuperare. Tempi di consegna, posizione del cliente finale, intervallo tra acquisto e stappatura, orari di assaggio, sono informazioni indispensabili per una buona campagna di marketing.
Per questo motivo è indispensabile che vengano fatte queste sperimentazioni, ed è per questo che all’inizio solo pochi produttori possano permetterselo.
Photo by Tristan Gassert on Unsplash