La categoria Vineyard di AirBnB

La categoria Vineyard di AirBnB

Con il Summer Update di maggio sono state introdotte alcune novità, ed ora è stata aggiunta anche la categoria Vineyard di AirBnB. Il più grande albergo diffuso del mondo, un’azienda che praticamente non possiede alberghi, hotel, resort ma che muove milioni di ospiti, guarda all’enoturismo e dovrebbe essere più facile trovare destinazioni di interesse vinicolo.

Opportunità o marketing?

Le categorie in realtà non sono altro che una semplice classificazione degli alloggi fatta non in base alla destinazione ma ai desideri del viaggiatore. Sono in tutto 56, che arricchiscono il menù per la scelta della destinazione e che è stato completamente aggiornato. L’update in realtà presenta ancora qualche difetto, alcuni host si sono lamentati che la loro proprietà non ha la stessa visibilità che aveva prima; diciamo che ancora è una versione beta.
Ci sono alloggi per appassionati di surf, di golf, chi vuole abitare in dimore storiche, e chi invece vuole solo ammirare panorami mozzafiato. C’è anche la categoria Artico, se vi piace il fresco.
Tra queste non poteva mancare la categoria Vineyard, naturalmente dedicata al vino. Ci sono già 100.000 alloggi di cui un migliaio in Italia, per lo più Toscana. Ho fatto una veloce ricerca, un fine settimana qualunque di luglio, prezzo fra 30 e 80€ a notte, Italia, naturalmente categoria Vigneto. Ho trovato più di 500 alloggi di tutti i tipi, dalla camera singola alla casa di campagna condivisa, e insomma sembra più una suddivisione per regione che per categoria. Niente per cui strapparsi i capelli, non è un generatore dell’effetto Uno!

Ma certo attira chi viaggia, e comunque la maggior parte degli alloggi è a una decina di chilometri da zone vinicole. Cosa che in Italia non è proprio difficile, diciamolo.
La nuova categoria Vineyard di AirBnb è stata presentata durante la English Wine Week che si è tenuta dal 18 al 26 di giugno; una specie di Cantine Aperte del Regno Unito. È stata accolta con entusiasmo da Wine GB, l’associazione dei produttori vinicoli della Gran Bretagna. Il CEO di Wine GB, Simon Thorpe MW, ha dichiarato a The Drink Business

Airbnb offre diverse opzioni per soggiornare nei vigneti o vicino a questi, molti si trovano in alcune delle parti più belle del paese. Non potremmo essere più felici che ora ci sia una categoria Vineyard che aprirà molte più opportunità per scoprire alcune delle gemme del vino della Gran Bretagna

La storia di AirBnB

AirBnB è stata fondata nel 2007 da Brian Chesky e Joe Gebbia, all’epoca studenti di interior design in affitto a San Francisco. Quando il proprietario dell’appartamento chiede un aumento, per i due studenti si pone il problema di come fare ad affrontare la spesa.
Nello stesso periodo in città si svolgeva una fiera, molti visitatori non riuscivano a trovare posto negli alberghi, che per l’occasione avevano aumentato i prezzi. A questo punto ai due studenti viene l’idea di subaffittare pezzi del loro appartamento ai visitatori della fiera che non riuscivano a trovare camere in albergo. Comprano un po’ di materassini gonfiabili, in inglese air bed, e mettono su il sito web airbedandbreakfast.com dove poter prenotare il materassino.
Con questa trovata riescono a pagare l’aumento dell’affitto; andò così bene che chiamarono il loro amico Nathan Blecharczyk, studente di informatica, per mettere in piedi una piattaforma più strutturata di un sito web. L’anno dopo il sito si trasforma in AirBnb.com e la startup entra nel famoso incubatore Y Combinator, che li aiuta a crescere e trovare finanziatori.
Da quel momento iniziano ad arrivare i capitali, dal finanziamento iniziale di 20.000$ del loro incubatore fino ad arrivare a 1,5 miliardi di $ di General Atlantic; seguono poi Google, il fondo Sequoia e molti altri nomi noti. Nel 2020 diventa società per azioni, aprendo a 68$ e chiudendo la giornata a 144$. Nel board, il CEO è Brian Chesky, Joe Gebbia il presidente e Nathan Biecharczyk presidente della sezione Cina e direttore della strategia (CSO).
Ci sono 4 milioni di host in tutto il mondo con un guadagno medio annuale attorno ai 10.000$.

Regno Unito e la passione per il vino

La collaborazione di Wine GB con AirBnB è stata una mossa strategica vincente, perché il settore del vino inglese ha visto l’occasione per approfittare dell’organizzazione di AirBnB. Lo scopo è dare un ulteriore colpo di acceleratore ad un mercato che negli ultimi cinque anni sta mostrando trend di interesse crescente. Gli spumanti inglesi hanno iniziato a fare concorrenza con lo Champagne, non solo per il prezzo più accessibile, ma anche nella novità e freschezza delle loro note di degustazione.
Gli spumanti inglesi inoltre sono molto adatti nella produzione di drink, in sostituzione proprio degli spumanti francesi. Il Prosecco è ancora ai primi posti, ma le bollicine autoctone stanno velocemente crescendo.
Gli inglesi inoltre sono sempre stati attratti dall’Italia ed in particolare dalla Toscana, apprezzano molto il nostro vino.

Fra restrizioni nei voli, una pandemia che non accenna ad azzerarsi e la Brexit che ha causato più problemi che vantaggi, avere la possibilità di visitare le cantine autoctone sembra per gli Inglesi un’ottima opportunità. La collaborazione con un’azienda come AirBnB, abituata all’innovazione, può essere una ottima opportunità per l’enoturismo inglese.

Un mercato in fermento

Nel Regno Unito ci sono circa 700 aziende vinicole, anche se non tutte imbottigliano per proprio conto, la dimensione media è attorno ai 7 ettari e spesso sono a carattere familiare. Quasi il 70% del vino prodotto è spumante, e nel 2021 sono nate addirittura due denominazioni per il metodo classico inglese. WineGB si sta dando molto da fare per aumentare il flusso di turisti nei vigneti dell’Inghilterra e del Galles, Kent e Sussex sono le regioni più note per il vino d’Oltremanica.

Wine club e direct-to-consumer diventano sempre più frequenti nel Regno Unito, favorendo anche le collaborazioni con aziende tecnologiche. Il DTC ha portato nelle casse delle aziende vinicole inglesi il 50% delle vendite, che è un ottimo risultato per un mercato così giovane.
La spinta che riuscirà a dare, vedremo quanto, questa nuova opportunità, probabilmente farà venire qualche idea innovativa anche ai viticoltori inglesi per quel che riguarda la varietà delle proposte di visita. Insomma la categoria Vineyard di AirBnB sembra davvero una buona opportunità per il mercato inglese del vino.

Opportunità da cogliere

Questo è uno dei vantaggi dell’innovazione, nascono nuove idee e nuove opportunità, ed il tradizionalista mercato dell’enoturismo italiano farà bene, è una mia opinione, a guardare con attenzione cosa succede anche nelle regioni vinicole meno dense di storia. La categoria Vineyard di AirBnB non sarà certo una svolta epocale, ma può essere un segnale.
Anche in Italia ci sono ottime realtà tecnologiche che stanno unendo enoturismo, DTC e tecnologie digitali, come la recente partnership fra Divinea e Winelivery. Innovazioni che si uniscono per spingere il mercato italiano del vino in settori ancora poco esplorati.
Nel Regno Unito il vino è un settore non tradizionale, e ovunque questo succede la visione è diretta verso lo sviluppo.

Foto di David Gonzales

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