Due realtà del vino digitale in Italia stanno introducendo tanta innovazione ed ora la partnership Divinea Winelivery è un altro grande passo. Divinea e Winelivery infatti si sono accordate per una partnership che ha grandi potenzialità. A vederla bene può essere quasi una rivoluzione nel settore del vino italiano, due startup che vedono le opportunità e le colgono. Dovrebbe essere la normalità, ma nel mercato vinicolo in Italia niente è scontato.
Chi è Winelivery
Di Winelivery ho già scritto in questo post, ma mi rendo conto che in due anni è già diventato vecchio, come tutto quel che riguarda chi si muove nel veloce sentiero digitale. È un’app che finalmente consente di avere alcool drink in real time, quindi anche dopo 30 minuti dall’ordine. Fondata nel 2015, hanno ricevuto fino ad ora 9,1 milioni di euro e tra gli investitori c’è Intesa SanPaolo con 2,9 milioni di euro (dati CBInsights) Sono un loro cliente dai primi mesi del 2020, quando anche comprare una birra al supermercato era un’impresa. I drink arrivano sempre freschi al punto giusto, il servizio clienti è impeccabile; la scelta non è ampia come un marketplace, ma ogni volta si trovano etichette nuove che vale la pena di scoprire.
E infatti non sono un marketplace ma un servizio di delivery. I prodotti sono tutti di buona e più che buona qualità: le birre artigianali nel loro scaffale sono tutte molto gradevoli, e apprezzabile anche la scelta per gli allergici al glutine.
Potete ascoltare la mia intervista ad Andrea Antinori, cofounder di Winelivery.
Chi è Divinea
Divinea è l’azienda che ha costruito Wine Suite, la piattaforma dedicata all’enoturismo e che sta realizzando la strada del vino digitale in Italia; il report su DTC ed enoturismo è pieno di informazioni che dovrebbero essere studiate con attenzione dal mercato del vino. Ne ho fatto addirittura due post ed un episodio del podcast, e potete leggere qui quello sul DTC. Questo è il post sull’enoturismo. Fondata nel 2019, hanno ottenuto 550.000€ di investimento nei due seed iniziali, l’ultimo da 300K da parte di Generali (dati Crunchbase) La piattaforma Wine Suite consente inoltre di accedere ai webinar della Wine Suite Academy, una sorta di vera e propria knowledge base per capire come utilizzare i servizi digitali messi a disposizione da Divinea.
Partnership digitale
Finite le presentazioni, veniamo alla notizia. Come riportato anche su Linkedin, le due aziende hanno deciso di collaborare assieme. Il funzionamento è lineare: le aziende presenti nello scaffale di Winelivery potranno offrire i servizi turistici su Wine Suite, le aziende presenti su Wine Suite potranno essere presenti anche su Winelivery.
Detta così sembra semplice, ma in realtà non lo è affatto; per l’appassionato di vino però tutto questo è trasparente, ed entrambe le piattaforme offriranno servizi più ricchi e completi ai loro clienti. Questo accordo porterà, per chi sa vedere più in là dell’immediato, il vino digitale italiano ad un livello superiore, due startup innovative che iniziano a collaborare per crescere e far crescere il settore vinicolo.
Come sarà il futuro del vino digitale in Itala?
Che, è una mia opinione naturalmente, a volte sembra un po’ inchiodato in schemi vecchi e polverosi; dalla comunicazione all’organizzazione della filiera resta tutto sempre uguale a se stesso. Certo, i numeri del vino italiano mostrano che va bene così, con un export cresciuto tantissimo, il Prosecco primo vino italiano bevuto al mondo, l’apprezzamento alle fiere internazionali. Ma quanto di tutto questo è merito dell’innovazione e quanto invece è posizione di rendita? Le fiere del vino italiano, prima fra tutte il Vinitaly, sono nel grande giro degli eventi enologici, ma spesso manca un attore, il cliente, il wine lover.
I report che si leggono infatti sono completamente centrati sulla produzione e non sul consumatore, sappiamo esattamente quanto vino si produce in una determinata parcella ma non chi lo beve, e quando. Eppure la grande innovazione del mercato vinicolo degli USA è stata proprio utilizzare i dati di acquisto per fornire una scelta migliore ai propri clienti. Utilizzare i dati, come ha fatto Divinea con il suo report, se sembra una cosa ovvia è invece stata una scelta innovativa. Nel loro paper tutto ruota attorno al wine lover, sia quando si parla di DTC che quando si parla di turismo del vino. Naturalmente, si dirà, mancando il canale DTC in Italia, mancano anche i dati. È uno degli argomenti di cui parlo spesso con gli amici di Winearound.
La partnership fra Winelivery e Divinea porterà anche ad una integrazione di informazioni, e potrebbe diventare una risorsa preziosa per tutto il settore del vino italiano. L’analisi dei dati è uno dei motori più potenti nel marketing e nell’offerta di servizi sempre più mirati al cliente. Forse il vino digitale in Italia è davvero ad un punto di svolta, ora si tratta di far diventare esponenziale questa curva di crescita.