Dalle città alle automobili, dal lavoro ai contratti oggi tutto sta diventando smart, ed il mondo del vino si sta abituando alla novità, con vigne connesse digitalmente e cantine intelligenti.
Le applicazioni dell’IoT nel campo vinicolo sono ancora allo stadio iniziale, ma i produttori stanno iniziando a scoprire come utilizzare i dispositivi connessi per gestire le condizioni ambientali e prendere le decisioni adatte. Inoltre l’analisi dei dati consente alle aziende di tenere sotto controllo tutte le fasi della commercializzazione delle loro bottiglie.
IoT in vigna
I viticoltori conoscono benissimo le difficoltà che le condizioni climatiche possono causare ai loro raccolti, rischiando di gettare decine di migliaia di euro a causa di un periodo non prevedibile di gelo o di siccità.
Investendo una cifra relativamente modesta in sensori connessi, i viticoltori possono tenere sotto controllo, in tempo reale, la situazione dei loro vigneti, ottimizzando le operazioni in vigna e risparmiando sui trattamenti.
Esistono ormai sensori per misurare qualunque parametro del terreno, dall’umidità alla carica batterica, dalla temperatura a profondità diverse alla muffa. Anche per quel che riguarda il microclima all’interno della vigna, sensori e misuratori possono essere di grande aiuto ai viticoltori.
IoT in cantina
Registrando i dati di misura in serie storiche, nel corso degli anni queste informazioni saranno di enorme aiuto per capire l’evoluzione del vino in funzione dei cambiamenti climatici. In questo post potete leggere alcune mie considerazioni sul futuro della digitalizzazione del mercato del vino.
Sensori analoghi possono essere utilizzati all’interno delle cantine per monitorare il processo di produzione del vino; luce, temperatura e umidità sono parametri fondamentali in cantina, e sensori e attuatori automatici possono essere davvero di grande aiuto.
Connettività delle aree rurali
Il problema più stringente perciò non è trovare il giusto sensore, e nemmeno acquistarlo. La difficoltà invece è connettere i sensori tra di loro e far inviare i dati ad un server, fisico o in cloud, senza dover posare cavi di connessione attraverso il vigneto.
La rete dati, 3G o 4G, spesso non copre le aree rurali più impervie, rendendo quindi difficile la trasmissione dei dati raccolti al server centrale. Alcune soluzioni proprietarie prevedono di installare dei ripetitori wi-fi che si occupino di registrare i dati e trasmetterli appena ci sia campo disponibile. Oltre ad essere dispendiose, queste soluzioni rendono difficile, se non impossibile, la fruizione in tempo reale della situazione del vigneto.
Lo sviluppo delle infrastrutture digitali quindi dovrà essere il passo necessario, nell’immediato domani, per consentire anche ai viticoltori italiani di fruire delle potenzialità che la tecnologia oggi può già offrire.