L’evoluzione dell’AgriFood passa per il canale digitale, che diventerà sempre più importante grazie ai continui miglioramenti e, soprattutto, alla diminuzione dei costi ed alla facilità d’uso.
Innovazione digitale del Wine&Food
L’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli studi di Brescia ha presentato lo scorso martedì i risultati al convegno “Il digitale scende in campo, ma la partita è di filiera“.
In termini di innovazione i risultati sono piuttosto positivi, con oltre cento soluzioni per la tracciabilità dei prodotti agricoli, che hanno portato a risparmiare notevoli quantità di tempo e denaro.
I numeri delle aziende intervistate per produrre il report presentato sono molto interessanti:
- 300 soluzioni di agricoltura 4.0
- 49% relative a Internet of Things, droni, robotica
- 22% relative a Data Analysis
- 16% soluzioni digitali per macchinari agricoli
- 7% componentistica e strumenti elettronici di monitoraggio
- 3% piccole realtà agricole
Il settore vitivinicolo rappresenta il 16% del totale, usando quindi tecnologie trasversali per monitoraggio, controllo della filiera, marketing, vendita.
La filiera dell’Agrifood diventerà digitale?
Come dicevo, numeri molto interessanti che necessitano di essere incrementati con adeguati investimenti, sia di denaro che di capitale umano, che invece molte delle aziende più piccole non possono permettersi. In particolare la filiera della distribuzione dovrà avvalersi delle tecnologie digitali, diminuendo il tempo dedicato alle pratiche burocratiche e migliorando il controllo delle transazioni dal produttore al consumatore finale.
Questo può essere un buon anno per incrementare l’uso delle tecnologie digitali; puoi leggere il mio post sulle previsioni delle tecnologie digitali nel settore Wine&Food.
L’Osservatorio ha censito circa 500 aziende internazionali che offrono soluzioni digitali dedicate al comparto agricolo e vitivinicolo; il totale della raccolta è pari a 2,9 miliardi di $ dal 2012 ad oggi. Gli Stati Uniti sono primi in questa classifica, per numero di startup e per quantità di finanziamenti raccolti; seguono Europa e Asia con il 20% del totale dei finanziamenti.
Italia ed Agrifood
L’Italia si presenta con un’ottima densità di startup digitali per l’evoluzione dell’Agrifood, ma è ancora scarsa per quel che riguarda investimenti e finanziamenti, con solo 25 milioni di €; segno che l’interesse delle singole aziende agricole non è per niente aiutato da investitori, pubblici o privati che siano.
Le startup censite sono prevalentemente fornitori di tecnologia e di servizi, retailer, servizi per la ristorazione; si rivolgono in genere a clienti privati e solo il 5% si occupa di mercati di nicchia; questo è interessante sia per le piccole produzioni agricole che per quelle vitivinicole, dimostrando che la potenzialità del settore è ancora tutta da scoprire.
Anche nel settore agroalimentare –rileva Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood– cominciano a emergere chiaramente le opportunità generate da una valorizzazione strategica dei dati. Il 71% delle soluzioni di Agricoltura 4.0 oggi è in grado di supportare le decisioni facendo leva sui dati anche con sistemi di analytics avanzati e quasi metà degli agricoltori intervistati, il 45%, è cosciente della rilevanza dei dati, ma non gli è ancora chiaro come valorizzarli.
Tra i settori più importanti troviamo l’e-commerce, sia nella costruzione di piattaforme dedicate al Wine&Food che nello scambio di informazioni e condivisione di servizi.
Quasi un quarto di tutte le startup censite si occupa di strumenti di monitoraggio da remoto per terreni e coltivazioni e di analisi dei dati. E dunque l’evoluzione dell’Agrifood sarà estremamente legata alle aziende Big Tech.
Questo aspetto è oltremodo interessante per supportare l’azienda nei processi decisionali delle strategie di coltivazione e del raccolto; lo studio della resa delle colture, insieme alla mappatura del terreno, consente risparmi notevoli. Le Big Tech forniscono aiuti anche in questo aspetto.
Questo vale soprattutto per quel che riguarda trattamenti fitosanitari ed utilizzo di macchinari, con ovvio miglioramento della qualità del raccolto e del suo potere nutrizionale.
Mostrare ad agricoltori e aziende vinicole come usare al meglio le nuove tecnologie, sarà quindi uno dei compiti importanti che chi si occupa di questo settore.
E se vogliamo che il Made in Italy non sia solamente un marchio vuoto di contenuti, abbiamo tutto il 2019 per darci da fare.
Photo by A L L E F . V I N I C I U S Δ on Unsplash