Se c’è una costante degli ultimi due anni è che tutte le previsioni sui vari mercati sono andate disattese, e lo stesso accadrà per il mercato del vino nel 2022; questi sembrano in realtà solo esercizi speculativi, ma possono servirci per mettere a fuoco le tendenze. Perché una cosa sola è certa, ed è che quando questa situazione sarà finalmente terminata, molte delle nostre abitudini cambieranno, o meglio resteranno quelle degli ultimi 24 mesi. Wine Intelligence ha un punto di vista piuttosto privilegiato, riuscendo ad avere accesso a una grande quantità di dati di vendita e di produzione. Per questo i suoi report sono sempre degni di nota.
Occorre dire che il settore vinicolo ha dato prova di una buona capacità di adattamento: i produttori sono riusciti comunque a portare il loro vino nelle bottiglie e da lì ai punti di rivendita; i canali di vendita sono stati in grado di spostarsi sui canali online. Questo ha comportato naturalmente dei costi e qualche riduzione di ricavi, e questo è normale in un periodo di transizione: a maggior ragione in un periodo di transizione forzata dalla pandemia.
Quest’anno ha mostrato che e-commerce e DTC sono stati, in qualche modo, una valvola di salvezza per il settore; il mercato del vino nel 2022 dovrà vedere un rafforzamento di questi canali, nuovi per questo mercato, spingendo a modificare il commercio del vino rimasto statico per troppo tempo. Come lo scorso anno, potete leggere questo post per fare un confronto, vediamo le previsioni per il 2022.
1- Riduzione del peso degli imballaggi
Non è solo l’aumento di coscienza ambientalista a guardare il problema del peso, ma anche ilm differente sistema di trasporto, con il delivery che consegna a casa una o due bottiglie. Una bottiglia di vetro pesa fra i 500 e i 750 grammi, a volte arriva anche a 1 kg; questo significa che oltre alla difficoltà di trasporto (e all’aumento del rapporto fra costo e carico utile), c’è anche un significativo aumento dell’impronta carbonica, la carbon footprint. Alcuni dei migliori critici del vino, come Jancis Robinson e Tim Atkin, hanno già iniziato a battersi per avere bottiglie più leggere. Alternative? Bag-in-Box e lattine, ad esempio.
2 – Vini di lusso e sostenibilità
Agganciato al punto precedente, quello della sostenibilità è un argomento che anche i vini di lusso iniziano ad affrontare. Il basso impatto ambientale è un argomento che soprattutto le nuove generazioni sentono molto vicino; presentarsi come ambientalmente sostenibili consente di accedere più facilmente ai nuovi consumatori. Anche partecipare a campagne di difesa dell’ambiente e costruire le proprie filiere per ridurre le emissioni di CO2, serve per avere più appeal sui consumatori.
3 – Corsa ai vini premium
Il mercato del vino dovrà accelerare la diversificazione fra prodotti, o meglio tra classi di prodotti, ed i servizi offerti. Il fenomeno della premiumizzazione è abbastanza complesso, e indica una maggior propensione all’acquisto di vini premium, di fascia alta insomma. Non potendo viaggiare, nel 2020 e anche nel 2021 parte della spesa degli amanti dei vini è andata all’acquisto di vini premium.
Ci sono anche altri fattori, come la tendenza a bere meno vino ma di miglior qualità, e naturalmente dell’aumento delle materie prime, dei trasporti e dell’energia. Anche una vendemmia più scarsa quest’anno, si stima attorno al 15% in meno rispetto al 2020, incide sui prezzi dei vini. In generale però il settore vinicolo sta iniziando a produrre vini di qualità più alta, o meglio a diminuire la quota dei vini di basso prezzo. La tendenza, vista la situazione della pandemia attualmente, probabilmente continuerà anche nel 2022, delineando quindi una situazione che potrebbe diventare permanente.
4 – Packaging e contenuto alcolico
I punti precedenti stanno producendo dei cambiamenti sia nel packaging che nel contenuto alcolico del vino. Le lattine e i Bag-in-Box sono più semplici da trasportare, più leggeri, più comodi per il consumo quotidiano. Lo spostamento verso vini premium non significa che non ci saranno più vini da meno di 10€, ma piuttosto che la produzione sarà spostata verso altre tipologie. Quindi vini a basso tenore alcolico da essere usati ad esempio nei selzer e negli spritzer, o anche negli spumanti; questa è già una tendenza che sta prendendo piede, potete ascoltare anche l’episodio delle news del mio podcast. Potremmo vedere un mercato del vino nel 2022 verso un’evoluzione inaspettata.
5 – Il mercato del vino a caccia di talenti
Tutte queste evoluzioni, non ultima quella relativa ai differenti canali di vendita, porteranno le aziende più lungimiranti a ricercare personale che possa gestire questi cambiamenti. Non solo figure esperte nella produzione del vino, ma anche esperti di marketing, di analisi di dati di vendita, di tecnologie digitali. Il settore vinicolo quindi può essere uno dei grandi driver per la creazione di posti di lavoro adatti alle nuove generazioni in un mercato fortemente tradizionale.
Queste sono previsioni, e sebbene Wine Intelligence ha la possibilità di avere dati di prima mano, queste evoluzioni avranno bisogno di tempo per diventare stabili. Il mercato del vino comunque è in evoluzione come tanti altri, e non si può pensare che rimanga ancora uguale a se stesso. Come in tanti altri aspetti, questa pandemia ha portato una accelerazione nei cambiamenti che, fino ad ora, erano solamente in embrione. Forse assisteremo davvero all’evoluzione esponenziale del mercato del vino.