I robot che lavoreranno in vigna nascono in UK

I robot che lavoreranno in vigna nascono in UK

Per ora è solo un progetto, ma prima o poi i robot che lavoreranno in vigna saranno una realtà. Non accadrà subito forse, ma le tecnologie esponenziali fanno proprio questo. La crescita è lenta, quasi silente, e poi alla fine c’è il balzo in avanti.

Tre aziende stanno mettendo in campo le loro risorse per capire come IA e robot potranno muoversi tra i filari. Il consorzio è guidato da Land Robots Ltd. e comprende la divisione di ricerca in viticoltura di NIAB EMR e SkyEngine, esperta di Intelligenza Artificiale.

Secondo Robert Patten di Land Robots, la chiave è proprio l’Intelligenza Artificiale. I robot che lavoreranno in vigna e nei campi coltivati saranno però realtà solo quando riusciranno ad imparare da soli il lavoro da fare.

Per questo motivo il consorzio ha iniziato a costruire, tra i vigneti del Kent, dei modelli numerici dei vigneti. Queste informazioni verranno date in pasto agli algoritmi appositamente sviluppati. In questo modo i robot avranno la possibilità di imparare, almeno in via teorica, il lavoro da svolgere tra i filari.

Intelligenza Artificiale tra i vigneti

Fino ad ora, tutti i dati raccolti da stazioni meteo e sensori di monitoraggio, venivano usati quasi esclusivamente per avere una mappa dell’andamento della salute della vigna. Il passo in avanti è proprio la IA, ossia usare tutti questi dati per imparare, non solo per agire a fronte di un problema. La differenza è sostanziale: i sensori lanciano un allarme quando alcune condizioni negative si verificano; spetta poi all’uomo agire nella vigna per effettuare eventuali trattamenti mirati.

Con il progetto del consorzio, invece, tutte le informazioni verranno elaborate da una IA per imparare come funziona e come vive una vigna. Saranno gli stessi robot, o meglio dei trattorini a guida autonoma, che prenderanno la decisione di andare in un’area specifica della vigna per effettuare il lavoro necessario.

Il primo passo è naturalmente la mappatura del vigneto. E quindi il primo dispositivo sarà un drone dotato di telecamera che effettuerà varie ricognizioni sopra le viti. La novità è che il drone non userà il GPS per disegnare la mappa, ma solo i propri ‘occhi’ ad altissima risoluzione. In questo modo saranno catalogate tutte le singole piante, e successivi sorvoli potranno fornire indicazioni sull’evoluzione della singola vite.

I robot che lavoreranno in vigna in realtà non saranno altro che UAV, Unmanned Autonomous Vehicles, ossia veicoli a guida autonoma, appunto. Quindi, non aspettiamoci, almeno per ora, di vedere degli androidi con le cesoie in mano tra i filari di Cabernet Sauvignon o di Trebbiano.

Il Regno Unito non è nuovo a sperimentazioni avanzate di questo genere. Già qualche anno fa il dr. David Green del’Università di Aberdeen, in Scozia, mi aveva rilasciato un’intervista in merito. Potete leggerla qui.

Questo però è il primo progetto che va oltre il semplice studio accademico e prova a costruire dei dispositivi interessanti. Passeranno ancora anni, ma i robot aiuteranno le aziende vinicole anche per trattamenti o irrigazioni puntuali. Forse non saranno in grado di effettuare le operazioni più complesse, come la potatura, ma già oggi l’agricoltura utilizza macchinari guidati da tecnologie digitali.

Se ci sarà un futuro per questi robot, saranno probabilmente proprio i paesi con meno tradizione vinicola a realizzarlo.

Photo by Eric Krull on Unsplash

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