Spero che fra voi lettori ci siano ascoltatori del mio podcast, The Digital Wine. Se non sapete cosa sia un podcast, ve lo spiego qui insieme al breve racconto di come preparo gli episodi. Ce ne sono 23 già disponibili, 24 se contate l’episodio pilota.
The Digital Wine nasce qualche mese fa, la prima puntata vera è del 13 luglio 2019 e raccontava alcune notizie dal mondo della tecnologia applicata al mondo del vino. C’era la notizia dell’Australia che ha completato la mappatura via satellite dei propri vigneti, della fusione tra Wine Folly e Global Wine Data Base, e della piattaforma Uncorkd per ordinare il vino in enoteca o al ristorante.
Cosa è in realtà un podcast?
I podcast sono brani audio che vengono registrati e poi caricati sulle piattaforme che offrono questo servizio, in modo poi da renderli disponibili per essere ascoltati.
È una radio on demand, come Netflix per la televisione. Per ascoltare un podcast ci sono delle app da scaricare sullo smartphone, come Podcast di Apple, o Google Podcast, Spotify, Overcast, … ne esistono davvero tante. Ascoltare un podcast è come ascoltare musica, senti le tue trasmissioni preferite senza smettere di guidare, di correre, di cucinare o altro.
Qualunque sia l’app che volete usare, a parte alcune impostazioni funzionano tutte nello stesso modo: si cerca il podcast che interessa, o con il nome o per parola chiave, ci si abbona (non spaventatevi dalla parola: è tutto gratuito) e poi si crea la propria playlist.
Cosa faccio quando registro una puntata
Prima di tutto occorre avere bene in mente l’argomento e quindi costruire un piano editoriale da seguire; da un mese a questa parte, troverete due puntate a settimana di The Digital Wine.
Il martedì va in onda un episodio dedicato alla tecnologia ed al suo uso nell’industria del vino, dall’uso di dispositivi digitali a semplici pratiche di marketing digitale.
Il sabato invece è dedicato a tutto quanto di artistico, letterario o storico ruota attorno al vino: ho parlato di un libro di Simenon, di Silone e della storia del Judgement of Paris.
Normalmente registro due episodi alla volta e li programmo per la settimana successiva, visto che ogni piattaforma di hosting ha la possibilità di programmare l’uscita degli episodi. Su questa pagina trovate tutti gli episodi.
Per iniziare a fare podcasting in realtà serve davvero poco: basta uno smartphone ed il microfono incorporato, iniziare a parlare ed inviare la registrazione sulla piattaforma che abbiamo scelto. Tutto qui.
Se il microfono dello smartphone è di buona qualità, ed oggi praticamente tutti lo sono, la registrazione avrà anche una qualità decente, non il massimo ma certamente offrirà un buon ascolto. La mia prima e seconda puntata l’ho registrata così, e se ascoltate gli ultimi episodi sentirete la differenza. Poi sono passato ad un microfono esterno, un Lavalier da 15€ che ha fatto piuttosto bene il suo lavoro, ed ora ho un registratore portatile della Zoom dal costo di 80€.
Esistono veramente tanti podcast in giro per la rete, di qualunque argomento; podcast che parlano di libri, di cinema, di alimentazione, di vino; podcast che insegnano le tecniche fotografiche, o come si fa un impianto elettrico, come ci si arrampica in montagna. Basta scorrere qualunque database di una delle app per ascoltare i podcast e trovate tanto di quel materiale da perdervi.
Perché fare un podcast
I podcast nascono negli USA agli inizi degli anni 2000 grazie all’introduzione di due tecnologie fondamentali: i feed RSS, quelli che consentono di leggere gli articoli da blog e siti web tramite un lettore di feed, e l’iPod di Apple. Il termine ‘podcast‘ deriva proprio dall’iPod, che negli Stati Uniti era il dispositivo più usato per ascoltare file mp3. C’è un articolo del 2004 che celebra la nascita dei podcast, e che vi invito a leggere.
Fare podcast è divertente.
Mi costringe ad evolvermi, cercando di migliorare la qualità ancora non eccezionale delle mie puntate.
Mi obbliga a trovare sempre argomenti nuovi, pensando a modi nuovi di proporre l’argomento vino e tecnologia ai miei ascoltatori.
È anche un modo di mettermi alla prova, parlare di fronte ad un pubblico che probabilmente non vedrò mai non è semplice come credevo, e specialmente nei primi episodi le pause tra una frase e l’altra erano imbarazzanti. Fortunatamente in post produzione molte cose si possono sistemare.
Il podcasting sta aumentando la propria base di autori e di ascoltatori, sembra di rivivere i tempi pioneristici dei primi blog negli anni ’90, ed ormai quasi tutte le emittenti radio inseriscono le rubriche anche sulle piattaforme di podcasting, dalla RAI a Radio 24.
È un bel modo di parlare e raccontare.
Ciao Rolando,
ultimamente mi sto appassionando ai podcast, non solo come ascoltatore. Uso spreaker da mobile e spotify dal computer.
Venendo a “The Digital Wine”. Ti conosco da tempo e conosco la tua curiosità, l’impegno, la cura e l’entusiasmo che metti in ciò che fai. Per ora ho sentito l’episodio sul Pinard e ti faccio i miei complimenti. Nel tuo podcast non manca nulla e non è così scontato.
Continua così!
Ciao Andrea,
mi fa piacere questo tuo commento, la tua considerazione. Avere un apprezzamento sincero da un amico è un bello stimolo per continuare. Grazie
Grazie a te Rolando!
E ancora complimenti.
A prestissimo.