Quando parlo di innovazioni tecnologiche con qualche piccola azienda vinicola, trovo spesso molto interesse nell’argomento ma molto meno nella sua applicazione.
Piccolo vigneto, piccola tecnologia
L’osservazione che mi viene rivolta maggiormente è relativa alle dimensioni delle vigne, per cui il costo, e quindi l’ammortamento, di queste tecnologie, è che sono ottime per grandi appezzamenti di terreno, ma per un’azienda spesso composta dal solo proprietario delle vigne, magari con 10, 15 ettari di filari, non hanno granché senso.
Il ragionamento può essere giusto, soprattutto se andiamo a pensare al tempo che il piccolo vignaiolo (nel senso di numero di bottiglie prodotte) avrebbe da dedicare all’utilizzo di console di monitoraggio o elaborazione dei dati.
Anche l’aiuto che la tracciatura digitale del prodotto, ossia le bottiglie di vino, potrebbe fornire all’azienda vinicola, non è vista come un valore aggiunto: i distributori sono quasi sempre gli stessi, i clienti (enoteche o privati) anche, e si crea un rapporto quasi personale, basato sulla fiducia reciproca e sugli anni di fattiva collaborazione.
Insomma, sembra che se non si possiedono almeno 100 ettari di vigna, l’uso di tecnologie come il controllo delle condizioni del suolo, o dell’evoluzione del vino negli anni, o sapere esattamente dove il proprio vino viene venduto e bevuto, tutto questo insomma non sia conveniente.
Piccoli vignaioli, ma frammentati
In realtà il ragionamento mi trova piuttosto d’accordo, se messo in questi termini: conosco bene le realtà delle piccole aziende vinicole, e chi ha uno o due ettari di vigneto, o dieci, conosce praticamente anche la posizione delle zolle del terreno, sa già dove e come trattare le viti, ha la memoria storica delle caratteristiche del proprio vino, memoria che viene tramandata da generazioni. Il più delle volte, una stazione metereologica è tutto quel che serve, con gli alert che arrivano via web.
Un modo per far diventare queste tecnologie convenienti però ci sarebbe. Se si stabilisce che, ad esempio, il limite minimo sia 100 ettari, basterebbe che 10 aziende che possiedono 10 ettari di vigna ciascuno si unissero per avere una zona di grandezza adatta.
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[mc4wp_form id=”927″] [/wc_box]In un Paese come l’Italia, dove è complicato accordarsi anche solo per dare il nome alla Strada del Vino (siamo un condominio, non una Nazione), posso capire che sia difficile. Però le organizzazioni tra vignaioli ormai devono necessariamente evolversi, e indirizzare i propri associati ad utilizzare non solo metodologie comuni per verificare i metodi di lavorazione in vigna ed in cantina, ma anche servizi comuni, così che con l’economia di scala si possano abbassare i costi delle innovazioni e diminuire il tempo degli ammortamenti.
Droni ed economie di scala
Usare un drone per mappare e fotografare un vigneto di cinque ettari, ad esempio, può essere un’operazione che richiede tempo: l’autonomia di un drone è di non più di 15 minuti, quando va bene, considerando andata e ritorno.
Il raggio d’azione è non maggiore di un chilometro, distanza oltre la quale il radiocomando non riesce più a raggiungere la ‘macchina volante’, ma le normative ENAC relative ai Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto (Sezione V, art. 24), prevedono che il drone, o SAPR (Sistema A Pilotaggio Remoto), si trovi sempre ad una distanza visuale non maggiore di 500 metri. Però, alzandosi a 150 metri (il massimo consentito dal regolamento citato), il drone ha la possibilità di fotografare e mappare anche un vigneto confinante, il che vuol dire poter dividere a metà le spese con il proprio vicino. Su un costo medio di un migliaio di euro a giornata, non è poco.
Il drone può costruire una mappa digitale dei vigneti, ed una successiva ricognizione aerea sarebbe velocizzata in questo caso, perché si possono fornire all’UAV (Unmanned Aerial Vehicle) le coordinate esatte per dirgli in modo preciso dove andare a guardare.
La mappatura può essere poi utilizzata dallo stesso Consorzio della Denominazione come archivio dei vigneti dei propri associati, mappe che possono essere messe a disposizione, volendo anche a pagamento, a enti o privati che ne facciano richiesta, ad esempio per disegnare in modo esatto i confini della Denominazione d’Origine.
Buongiorno, da poco seguo il suo sito e lo trovo molto interessante. Volevo solo chederle se è sicuro del costo di un servizio di rilevazione fatto con droni. Ho parlato con aziende specializzate che mi parlavano di costi di 60 o 80 € /ettaro. Ovviamente parlavano solo della fase di volo e raccolta dati e non del post processing. Lei ha dati diversi?
Ciao Raffaele, mi fa piacere il tuo apprezzamento. Per quanto riguarda i prezzi, ovviamente il costo di 60/80€ per ettaro dipende dal tipo di servizi che fornisce l’azienda. In genere per quel prezzo è compreso il DVD con il file del video, ma niente più.
Dati precisi non ne ho al momento, ma ho iniziato una indagine di mercato proprio per capire le differenze non solo nei prezzi ma soprattutto nei servizi plus che vengono offerti. Quando sarà pronta, spero entro l’anno, metterò la notizia sul sito, mentre penso di inserire il report finale solo nella newsletter.
Grazie di essere passato su Web in Vigna.
ciao WWR trovo il sito molto chiaro e spiegato nei contenuti anche X CHI COME me sta studiando ora iot x vigneti e cantine
Mi fa davvero piacere raff.. Se hai domande specifiche posso provare a risponderti via email. Grazie del tuo passaggio su Web in Vigna