Il vino che cambia: intervista a Matthew Moate – WISA Executive Officer

Grazie al gruppo FB Digital Wine Global ho avuto modo di venire a conoscenza di WINE Portal, una piattaforma per professionisti dell’industria del vino e del marketing, dove si possono condividere esperienze, chiedere consigli, proporre corsi gratuiti e a pagamento, creare connessioni, fare networking. E’ stata sviluppata dalla WISA, la Wine Industry Suppliers Australia.

Ecco quindi che, dopo essermi iscritto, ho deciso di intervistare Matthew Moate, Executive Officer di WISA, per capire come vede lui il mondo del vino in questi tempi digitali.

Matthew ha una grande esperienza nel mondo vinicolo, ha lavorato presso il gruppo di logistica JF Hillebrand, e poi si è occupato per JMP Holdings del trasporto dei prodotti beverage su cargo. Il sistema di protezione dalle temperature denominato Envirotuff Thermal Liner è stato sviluppato sotto la sua guida.

La sua parola d’ordine è ‘cambiamento’:

… il punto che voglio sottolineare è che il mondo sta cambiando, e se tu non vuoi far parte di questo cambiamento, perderai.

Wine Roland: È difficile il cambiamento nel mondo del vino?

Matthew Moate: Innovazione è una parola spesso usata in modo esagerato, ma a me piace essere focalizzato sull’innovazione nella commercializzazione. Questo vuol dire fondamentalmente ‘cambiamento’ e si, spesso è difficile. È necessario fare molti sforzi per trovare il tempo per le operazioni di tutti i giorni e trovare anche nuove opportunità

… con il ritmo che ha la tecnologia ed i cambiamenti nei modelli di business, dobbiamo smettere di trovare scuse per far finta di non accorgercene.

Coinvolgere i clienti

WR – Ci sono milioni di aziende vinicole al mondo, ognuna con il proprio modo di fare e vendere il vino. Come possono differenziarsi l’una dall’altra?

MM – Buona domanda, una di quelle che spesso le aziende dimenticano di farsi. Essenzialmente, tutti vendono lo stesso prodotto, agli stessi clienti, con poche variazioni nella proposta commerciale.

Il modo migliore per differenziare un’etichetta dall’altra è il coinvolgimento dei clienti e trovare i punti di contatto.

Le aziende vinicole devono provare ad essere clienti dei loro stessi prodotti, comprare i loro vini online e controllare che tutto stia funzionando bene, ordinare una loro bottiglia al ristorante, parlare col proprietario, capire cosa vuol dire essere clienti del loro prodotto. La tecnologia viene dopo questo.

WR – Questa è una grande lezione di marketing, Matthew. Supponiamo che questa parte del lavoro sia stata fatta, Raccontaci quali progetti esistono oggi riguardo wino e tecnologia.

MM – Grazie al mio ruolo nella WISA (Wine Industry Suppliers Australia), vedo parecchia nuova tecnologia, e noi stiamo provando ad usarla per connettere il mercato del vino.

Matthew Moate, WISA Executive Officer

A parere di Matthew, le tecnologie più promettenti per il mondo del vino sono SaaS (Software as a Service) e la IoT (Internet of Things), così da sfruttare la potenza delle piattaforme cloud, soprattutto per quelle aziende vinicole con budget limitato. Una di queste soluzioni Saas è Altvin, una piattaforma che aiuta a migliorare il processo di disegno di un nuovo packaging per una nuova etichetta, usando un tool online per progettare etichette e package in pochi minuti, e farsi poi inviare una bottiglia o una cassa in azienda per controllare il risultato finale.

WR – Altri esempi?

MM  Turismo e vendita diretta sono canali critici per le cantine, che devono iniziare ad offrire qualcosa in più che una semplice sala di degustazione. Molte aziende lo stanno facendo, ma poi hanno il problema di riuscire a commercializzare e proporre la propria esperienza.

Il vino del futuro, adesso

Una azienda SaaS, Rezdy, sta provando a risolvere questo problema, inserendo le proposte delle cantine non solo sui loro siti web, ma anche nelle piattaforme di viaggio e di prenotazione. Questo apre un intero mondo di possibilità per generare interesse attorno a quelle cantine.

Un’altra novità è Ailytic, un sistema basato sull’Intelligenza Artificiale per aiutare le aziende vinicole a prendere decisioni usando sensori, software e dispositivi IoT, e lavora con molte delle più grandi cantine australiane. Questo è un settore in grande espansione, in Australia, che servirà per migliorare la qualità del prodotto finale.

WR -La dimensione media dei vigneti Australiani è sensibilmente più grande rispetto a quella Italiana. Le dimensioni aiutano nell’uso di macchine ed automazione. Quali sono le prospettive, secondo te?

MM -L’Australia è una nazione ricca e piena di sfide. Sebbene i salari siano stati quasi stagnanti negli ultimi anni, qui abbiamo ancora un salario minimo relativamente alto, e bassa disoccupazione. Questo rende difficile trovare persone che facciano lavori pesanti senza aumentare il costo del lavoro. Quindi, l’automazione e le macchine diventano sempre più importanti, non solo nella produzione del vino, ma in tutta la cantina.  

The Solar Project (cortesemente da Matthew Moate)

Un ostacolo è il prezzo dell’elettricità, uno dei più alti al mondo. Questo incide parecchio sul budget delle cantine, specie quelle più piccole. Compagnie di energia solare come The Solar Project e Solgen Energy Group vedono una crescita significativa negli investimenti sulle energie rinnovabili, che oltretutto si sposano bene con il ciclo di produzione del vino, che avviene soprattutto nei mesi più assolati.

Condividere l’esperienza

WR – Portare fornitori, produttori, viticoltori e altre grande aziende tutte insieme nella rete di WINE Portal deve essere una opportunità interessante.

MM – WINE Portal è un atto di fede. In Australia ci sono circa 3000 aziende vinicole, oltre 5000 viticoltori e 500 fornitori di servizi a livello nazionale e regionale. Ognuno di loro opera in massima parte in modo verticale, nel proprio settore, con scambi orizzontali spesso molto limitati, con costosi duplicati e perdite di opportunità causate dalla mancanza di condivisione di informazioni.

WINE Portal vuole creare un punto di ingresso singolo, una base di conoscenza comune per l’industria del vino, inizialmente qui in Australia, ma con la capacità di espandersi in tutto il mondo. E’ dedicata completamente agli operatori del mondo del vino. 

Facciamo questo consentendo ad ogni partecipante di inserire corsi, video o testo che siano, per insegnare agli altri quel che sappiamo. Si, il cambiamento può essere difficile e duro. Chiediamo ad ogni persona di fare qualcosa di differente, e vogliamo dimostrare il valore di ognuno degli iscritti. Servirà un po’ di tempo, e dobbiamo essere pazienti. Nel frattempo lavoriamo per migliorare la fruibilità della piattaforma e la User eXperience.

WR – Cosa può imparare l’Australia dal Vecchio Mondo, e cosa può insegnare?

MM – C’è un detto, ‘Tutto quel che è vecchio, diventa nuovo ancora’. I due mondi sono a mio modo di vedere complementari l’uno all’altro. Noi guidiamo l’innovazione nella produzione e nella commercializzazione del vino, e intanto impariamo a fare vino sempre migliore e dare la miglior esperienza ai consumatori.

Dal problema all’opportunità

MM – In una delle sue ricerche sul commercio del vino, WISA ha sottolineato che la barriera più grande per la partecipazione a fiere ed eventi è la geografia, il tempo ed i costi. La vasta distanza fra Margaret River in Western Australia e la Hunter Valley in NSW giù fino alla Tasmania non è esattamente comprensibile, se non sei mai stato in Australia. 

E quindi si, la geografia è una grande barriera. La tecnologia digitale può giocare un ruolo importante in quest’area, ma è anche importante che l’Australia abbia una industria unita e che lavori nella stessa direzione, come ad esempio la prossima Wine Industry Technical Conference and WineTech trade exhibition a luglio 2019.

È un evento triennale che mette insieme le aziende e dedicato a tutti i livelli della catena di valore, senza curarsi della grandezza o del tipo di business. Le opportunità combinate tra tecnologie digitali ed incontri dal vivo, credo sia il futuro per l’industria del vino in Australia.

Un altro aspetto è la tracciabilità della catena di consegna, che sta diventando sempre più fondamentale nel vino. La trasparenza della filiera, dal produttore alla porta di casa del cliente, è importantissima, così come la sicurezza del trasporto ed il suo impoatto ambientale. I tempi stanno cambiando, ed ormai le persone comprano il vino direttamente dal loro smartphone, percià vogliono sapere esattamente quando riceveranno le loro bottiglie. Questo aspetto della tecnologia è il futuro per tutta la logistica, e gli acquisti online saranno una spinta a fare sempre meglio sotto questo aspetto.

Quindi etichette intelligenti e dispositivi di tracciamento avranno un grande impulso, fornendo ai clienti tutte le informazioni sul prodotto e sul suo trasporto, oltre a consentire di avere informazioni dirette sulle abitudini di acquisto da parte dei clienti.

L’intervista con Matthew ha fornito dei punti di vista davvero innovativi, sul marketing del vino, sulle nuove idee, su come tutto cambi e debba cambiare. Se siete in qualche modo coinvolti nell’industria del vino, vi suggerisco davvero di connettervi a WINE Portal, per scambiare le vostre esperienze, cogliere opportunità e trovare soluzioni.

Sebbene l’Australia sia davvero lontana dall’Italia, potrei fare un bel viaggio giù Down Under, per vedere tutte queste tecnologie usate nella produzione e nella commercializzazione del vino che stanno iniziando ad usare laggiù.

E quindi, grazie Matthew, da parte mia e dei lettori di Web in Vigna!

Potete leggere l’intervista originale su The Digital Wine.

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