Disruption, una parola che si sente spesso negli eventi dedicati al futuro e negli articoli che parlano di innovazione. A volte sembra usata a sproposito, tutto sembra disruptive, basta che esca una nuova app o un nuovo gioco o una nuova piattaforma ed ecco che vien fuori questa parola.
Quando parliamo di Blockchain, però, la parola è estremamente adatta a definire le potenzialità che questa tecnologia, al di là delle cripto-valute, può offrire in un gran numero di settori di mercato.
Cosa è la Blockchain?
L’argomento è piuttosto complesso, e devo ammettere che avrei molta difficoltà a spiegarlo nei dettagli. Consideratelo come un registro dove vengono scritte tutte le informazioni di una transazione, come lo spostamento di soldi, i passaggi di proprietà di un appartamento, i movimenti di un prodotto dalla fabbrica al consumatore finale.
Solo che questo registro non è unico, ma è un registro diffuso, nel senso che è presente nei server e nei computer della rete; ogni nodo ha un pezzetto del registro, che poi viene rimesso insieme al momento in cui viene richiesta l’informazione su quella transazione. Le informazioni non possono essere modificate in modo fraudolento, perché non risiedono in un punto solamente ma in molti blocchi. Più o meno, è questo il funzionamento, ossia una catena di blocchi, Blockchain, appunto.
Passaggi registrati
Ora, se volete comprare o acquistare qualcosa, ogni passaggio comporta dei costi e dei tempi lunghi, e soprattutto occorre avere un accordo di fiducia, un contratto, tra le parti. Poi c’è la questione del pagamento.
Il problema arriva quando la controparte non è conosciuta, o lo è poco.
Nella distribuzione vinicola, gli importatori, i trasportatori, i proprietari dei magazzini e i rivenditori sono tutti intermediari. Ognuno è un link separato dagli altri, e la catena che unisce produttore e consumatore finale può essere molto lunga.
Ogni intermediario possiede un registro centralizzato delle transazioni a cui partecipa, ed ognuno si fa garante dei rapporti con entrambe le parti nell’affare. Se avete bisogno della documentazione di tutta la catena, questo può essere davvero complicato.
L’uso della Blockchain modifica la catena della distribuzione, collegando tutti i partecipanti in un file a disposizione di chiunque voglia vederlo.
Tutta la transazione è criptata, ed ogni tentativo di scardinare il codice invalida tutte le transazioni precedenti, costringendo il sistema a ricostruire daccapo la catena, che quindi resta sempre protetta.
Quindi, la Blockchain è pubblica e trasparente, perché chiunque abbia il permesso, ossia la chiave di crittatura, può leggere cosa sia successo dalla produzione alla fornitura finale. E soprattutto la merce è al sicuro da frodi o manomissioni.
La tecnologia cambia e fa cambiare
A mio parere, questi benefici significano che in futuro il lavoro degli intermediari, così come lo conosciamo adesso, smetterà di esistere.
La Blockchain probabilmente avrà il suo maggior effetto nei servizi finanziari. Già negli investimenti di Ricerca e Sviluppo dove non ci sono beni fisici da tracciare, l’argomento è al centro di ogni studio, le banche hanno capito che possono diminuire i costi amministrativi, migliorare la sicurezza e aumentare enormemente la velocità delle loro transazioni.
A lungo andare il sistema si espanderà anche alle altre industrie e servizi, commercio del vino incluso. In pratica ogni volta che due parti vogliono scambiare beni, soldi e informazioni, verrà usata la Blockchain.
La parte alta del mercato
Alcuni benefici per il commercio del vino stanno già diventando chiari; conoscere la provenienza, l’autenticità, la riduzione delle frodi e di conseguenza la protezione del consumatore.
Milioni di euro vengono spesi in tutto il mondo negli investimenti per la sicurezza del vino. Verificarne l’origine, il suo immagazzinamento, le credenziali del proprietario o del venditore, sono azioni complesse. La vicenda di Rudy Kurniawan ha mostrato che la contraffazione del vino è massiva, e questo ha fatto aumentare la spesa nelle investigazioni sulle bottiglie di alto pregio, quelle che vengono vendute alle aste. Anche le spese per il magazzino sono elevate. Se si può dimostrare che il sistema di immagazzinamento è di prima qualità, il venditore può spuntare un prezzo migliore; la Blockchain riduce questi rischi, ed i vini senza un ID digitale diventeranno sospetti e poco vendibili.
Il mercato di massa del vino
Non sono solo i vini di alta qualità, e prezzo, a poter beneficiare di questo meccanismo. Ancora una volta, la verifica dell’autenticità ha la sua importanza per il singolo consumatore, anche nel mercato di massa. Per esempio, negli anni ’90 le vendite di Pinot Grigio, in tutto il mondo, furono maggiori del vino prodotto.
Ci furono scandali di contraffazione del vino, come quella del Brunello, e ancora oggi si leggono notizie su vini inesistenti venduti come se fossero veri, o adulterati. In Francia il fenomeno delle frodi è piuttosto sentito, soprattutto per il vino che è esportato in Cina. Le cifre, non ufficiali, danno 300.000 ettolitri di vino classificato come normale Vin de France venduto come Côtes du Rhône o Châteauneuf du Pape.
La Blockchain potrebbe evitare tutto questo. E non solo nel mondo del vino, naturalmente.
Trasformare, anche nel mercato del vino
Le compagnie desiderano ridurre i propri costi per far aumentare la loro competitività ed il loro margine di profitto. Blockchain può automatizzare il lavoro nell’amministrazione del back-office, rendendo alcuni lavoratori in sovrannumero. Non sarà un processo immediato, e la perdita di posti di lavoro si tradurrà nella nascita di altri mestieri, anche nel settore dell’intermediazione.
Tra dieci anni il panorama delle catene di distribuzione sarà completamente cambiato.
Secondo il mio punto di vista, Blockchain è uno sviluppo che ha aspetti sia eccitanti che preoccupanti.
Questo è vero per ogni nuova tecnologia; la domanda non è se una tecnologia sia giusta o sbagliata, le vere domande sono “qual è l’applicazione di questa nuova invenzione” e “quali sono le conseguenze”.
Anche nel mondo del vino, per quanto lentamente, si dimostrerà disruptive, distruttiva, e prossimamente vedremo commercio e produzione del vino cambiare completamente.
Questo post è stato scritto dopo la lettura di questo articolo
La storia di Rudy Kurniawan l’ho raccontata qualche anno fa, qui la prima parte e qui la seconda.
Buongiorno Le segnalo un’esperienza concreta e consolidata di Blockchain in ambito vino realizzata dalla startup Ez Lab SrL di Padova, se di interesse veda al link http://www.ezlab.it/notizie/arriva-wine-blockchain-la-territorialita-autenticita-qualita-del-prodotto/
A risentirci
Ciao Fabio, grazie per la segnalazione. In realtà già ne avevo sentito parlare e avevo anche preso un mezzo accordo con qualcuno di EY per una breve intervista, ma poi non se ne è fatto più niente.
Peccato, perché ho parecchie domande da fare e la cosa sembra piuttosto interessante.
Grazie di essere passato su Web in Vigna