Nei seminari dove si parla di tecnologia digitale, il piccolo artigiano o il produttore di vino rischiano di sentirsi fuori luogo. Infrastrutture in cloud planetari, blockchain per ogni cosa, trattori autonomi e robot in giro per vigne e laboratori. Ma è proprio così?
Il maggior pregio dell’innovazione digitale è avvicinare il cliente al produttore. Non sto parlando dei social network, che iniziano a mostrare tutti i limiti della loro comunicazione, ma di vere e proprie tecnologie, strumenti semplici e tutto sommato poco costosi, che quindi possono essere utilizzati anche da chi grande azienda non è.
Ricerca vocale
Gli assistenti vocali sono il nuovo araldo della pubblicità, ma non servono solo a questo. Anche nell’industria del vino la ricerca vocale può avere il pregio di aiutare a scegliere la bottiglia migliore, consigliare gli abbinamenti e, soprattutto, creare una comunità di winelovers.
Ma soprattutto le ricerche non avverranno più tramite motori di ricerca visuale come Google o Bing, così come facciamo ora, spostando quindi le tecniche di ottimizzazione in questa direzione.
Il 50% dei clienti che effettuano una ricerca vocale per un prodotto localizzato visitano un negozio entro un giorno, in confronto al 34% di coloro che cercano tramite desktop
Le ricerche vocali avvengono quasi esclusivamente da smartphone, vengono fatte quindi in mobilità e riguardano la ricerca di prodotti, servizi, negozi, nelle vicinanze dell’utente. Le ricerche locali assumono una importanza sempre più elevata, così come avere un sito web ottimizzato per smartphone e tablet o geolocalizzare le foto dei propri prodotti pubblicate sulle piattaforme social.
Chatbot e vino
Un chatbot è un software che fornisce risposte alle vostre domande come se fosse un call center, un assistente a cui fare domande e da cui ricevere risposte. Meglio è scritto il software, più accurate saranno le sue risposte, naturalmente. Esistono molte piattaforme grazie alle quali anche chi non è esperto di programmazione può costruire il proprio chatbot, come Chatfuel o ManyChat. Catene come Auchan hanno chiesto l’aiuto di Google per costruire chatbot dedicati a consigli sul vino, potete leggere il mio post dove ne parlavo. Anche LIDL ha il proprio chatbot, e la francese Matcha ha da poco creato un sommelier virtuale a cui potete porre tutte le domande che volete. Sono semplici da implementare, ed utili per fidelizzare i propri clienti e fan.
Vicini al winelover
Entrambe le tecnologie hanno il vantaggio di essere un aiuto per i consumatori, che possono trovare facilmente quelle risposte che poi li aiuteranno nell’acquisto o nella scelta. Non sono ad uso esclusivo delle grandi cantine vinicole, ma a mio avviso sono al contrario utilizzabili facilmente per i piccoli vignaioli e le medie aziende vinicole.
Il 46% di tutte le ricerche su Google sono relative ad un servizio o un negozio nelle proprie vicinanze
I chatbot non hanno un gran costo, e si può fare pratica utilizzando i piani gratuiti che molte piattaforme mettono a disposizione. Le tecniche SEO per la ricerca vocale, ossia quell’insieme di pratiche che consente di posizionarsi nelle prime posizioni dei motori di ricerca, hanno invece bisogno di un professionista per essere implementate.
Concludendo, il vero vantaggio delle due tecniche è quello di tenere vicini i winelovers al proprio brand, costruire una community ed offrire consigli personalizzati, attività che ogni produttore si sforza per realizzare. Le tecnologie digitali le rendono solo più semplici ed efficaci.