La tecnologia digitale per il vino sta modificando produzione e mercato del wine business. Sono entrate nella nostra vita quotidiana app per comunicare, per pagare, prenotare un albergo, cercare il vino giusto per la cena.
Vino e New Tech: Un mercato da 790 milioni di $
Le app sono la più nota rivoluzione introdotta dagli smartphone, anzi, sono l’ovvia conseguenza dell’invenzione di Steve Jobs quando presentò il primo iPhone nel gennaio 2007 al Macworld Conference & Expo di San Francisco.
Da quel momento si è aperto il mercato per gli sviluppatori, ed ogni e-commerce ha la propria app per muoversi tra gli scaffali ed acquistare i prodotti.
Il mondo del turismo soprattutto ha beneficiato della tecnologia di geolocalizzazione, trasformando la ricerca di un albergo o di un ristorante in una attività di pochi minuti.
Non parliamo poi del food: prenotare un tavolo per la sera, scegliersi il menù, addirittura fare la spesa, tutto si può fare grazie ad un’app.
Anche il mondo del vino si muove in questo ambiente, con applicazioni come Vivino o Winesearcher con cui inquadri una bottiglia, scatti una foto, e dopo un attimo compare la scheda tecnica di quel vino con indicazioni utili per l’abbinamento e per l’acquisto.
Scelta della tecnologia digitale per il vino
Non tutte le tecnologie digitali per il vino producono una innovazione utilizzabile, ma in ogni caso il gran numero di aziende coinvolte indica che il mercato del vino è stato finalmente scoperto anche dalla tecnologia. Soprattutto dimostra come, specialmente nel campo dell’enoturismo, ci siano ancora margini enormi di inserimento.
In giro per fiere vinicole ho parlato con alcuni dei produttori più giovani, chiedendo se e come utilizzassero il web nella loro azienda.
Le risposte sono state piuttosto deludenti, visto che il massimo che ho ottenuto è stato l’indirizzo della pagina Facebook. Piccole dimensioni aziendali ed una particolare visione del consumatore inducono i produttori a non occuparsi dell’utilizzo della rete e delle nuove tecnologie che stanno nascendo. Non si può sperare che sia qualche foto sulla pagina Facebook a convincere il cliente ad andare a visitare la cantina ed acquistare il vino.
Questa illusione, sebbene mantenga il valore romantico del lavoro in vigna ed in cantina, di sicuro non alimenta il desiderio di andare a cercare un produttore mentre si è in vacanza in giro per l’Italia.
In Abruzzo vado spesso, ma raramente ho la possibilità di trovare una app o anche un sito web di geolocalizzazione dedicato alle cantine della zona. Spesso passo a pochi km di distanza da un produttore ma, non conoscendone l’esistenza, mi sfugge via lungo la strada. E in giro non ho il computer, ho lo smartphone.
Tecnologia, vino e piccoli produttori
Sono invece proprio le piccole dimensioni dei produttori che dovrebbero spingere all’utilizzo della tecnologia digitale per il vino, a fronte di un investimento anche minimo. Inserire la propria azienda su Google My Business è gratuito, e si può avere la possibilità di avere un afflusso di turisti e visitatori, aggiungendo video professionali sul proprio canale YouTube.
E’ quasi sconfortante vedere ed ascoltare produttori giovani che rispondono che “…non credo molto nel web, io preferisco il contatto umano“. Giusto, il contatto umano è fondamentale soprattutto per un vignaiolo: ma se non ti conosco, come faccio a passare da te in vigna? Come riesco a sapere se la cantina è aperta per le visite, gli orari, se posso acquistare vino sfuso (ad esempio), o mangiare lì vicino?
Sembra quindi che il mondo del vino voglia negare la validità degli strumenti che il web mette loro a disposizione.
La connessione di dispositivi di nuova generazione e la diffusione delle nuove tecnologie web, ha una potenza enorme che molti produttori di vino sembrano snobbare. Potete leggere qualche esempio di tecnologia digitale per il vino in questo post.
Tra nessun uso di tecnologia ed una vigna piena di robot vendemmiatori, può esistere una virtuosa via di mezzo.
Ovviamente, serve un piano ben preciso, definire obiettivi, budget, ruoli. Può anche non piacere Internet, e se la si intende relegata al solo Facebook sono anche d’accordo con voi. Le persone si muovono, non rimangono ferme davanti al computer, molte delle attività che fino a cinque anni fa si facevano al pc oggi si compiono con uno smartphone. Pensate a Instagram, ad esempio.
Usare i social, bene
Tramite un canale Telegram un vostro cliente o un curioso può farvi domande e ricevere risposte; un bot fornirà automaticamente risposte standard a certe frasi chiave, ad esempio la mappa per raggiungervi centrata sulla posizione del visitatore.
Un semplice e poco costoso QR-Code in retroetichetta può fornire una enorme quantità di informazioni al cliente: la vostra bottiglia appare su scaffali di enoteche e tavoli di ristoranti, dove chiunque può vederla e scansionare il codice, anche se non la sta acquistanto o bevendo in quel momento.
Un sensore di temperatura e umidità in alcune aree del vigneto potrebbe avvisarvi di qualche problema atmosferico per tempo.
Un messaggio su Twitter può far sapere ai vostri contatti che quel fine settimana sarete in cantina disponibili a ricevere visite. O ad avvisarli che potranno trovarvi in una certa fiera enologica.
https://youtu.be/MwFx3GL270o
Torres 360 Experience: Wineries and Vineyards in Spain (Interactive Chrome+Android)
La pagina Chi Siamo del vostro sito web potrebbe essere sostituita molto più efficacemente da una serie di video ripresi da un drone con la vostra voce in sottofondo.
O ancora meglio, un video 360° da guardare con un visore per VR.
Caratteristica fondamentale del vino è proprio la tradizione, intesa come storia e cultura, come sapienza artigiana e passione per il proprio mestiere. Per certi aspetti parlare di tradizione è però un freno, significa fare le cose sempre allo stesso modo nonostante il mondo sia cambiato già più volte negli ultimi vent’anni.
A volte alcune cose vanno modificate.