Anche gli investimenti nella FoodTech Industry sono diminuiti. E dunque la crisi ha fermato o no i finanziamenti? Per una startup è fondamentale trovare fondi per lo sviluppo, e USA e Asia sembrano piuttosto attivi in questo.
I Venture Capital sono più attenti
Secondo i dati di PitchBook, le startup del settore alimentare e del beverage hanno raccolto 7,8 miliardi di dollari nei primi tre trimestri del 2022. Le condizioni non erano certo le migliori, e probabilmente non lo sono state nemmeno quest’anno, soprattutto dopo il crack di Silicon Valley Bank e la crisi delle Big Tech dello scorso anno, da cui ancora non si stanno riprendendo del tutto. Già dalla fine del 2021 si iniziavano a vedere delle incrinature nelle grandi aziende tecnologiche, quelle che poi trascinano tutto il settore. Le Big Tech hanno iniziato a licenziare dopo anni di assunzioni a pioggia, e i Venture Capital hanno iniziato ad usare in modo più oculato i loro investimenti. Insomma, tutto fermo? Niente più startup innovative? Non è proprio così, solo che gli investitori hanno iniziato a essere un po’ più attenti.
Infatti nonostante il mercato difficile, molti investitori stanno ancora cercando aziende innovative nel settore Food and Beverage e i Venture Capital vedono in questo mercato molte opportunità. In generale gli investimenti nella FoodTech industry sembrano diventati più riflessivi, non ci sono soldi a pioggia come è successo dal 2018 al 2021. Il che potrebbe anche essere un bene.
E quindi vediamo chi sono gli unicorni del mercato Food&Beverage, ossia le startup che hanno raggiunto e superato la quotazione di un miliardo di dollari.
Non è certo questo un parametro fondamentale, però potrebbe dare una misura del rallentamento sia degli sviluppi che degli investimenti. Di cosa fanno i venture capital nel settore F&B ne ho parlato in questo post.
In generale la maggior parte degli investimenti sono stati fatti in società e startup di software, in particolare quelle che si occupano esplicitamente di Intelligenza Artificiale, come OpenAI o Anthropic, la startup creata da due ingegneri usciti da OpenAI e sotto stretta osservazione di Google e Amazon e che ha ricevuto nel solo mese di ottobre ben 500 milioni di dollari di finanziamento. Per essere precisi, ricordo che quando si parla di IA in realtà si sta parlando di un complesso insieme di tecnologie, dai LLM (Large Language Model) alle tecnologie video, machine Learning e gestione dei dati, tutte tecnologie su cui la IA è fondata. Una spiegazione veloce su cosa sia una IA, un LLM e una piattaforma di Machine Learning la trovate in questo post. Se poi queste piattaforme serviranno anche nel settore Food&Beverage, lo vedremo dall’anno prossimo, credo.
Investimenti in calo anche nella filiera
Un settore che ha visto diminuire molto gli investimenti è quello delle supply chain companies, le startup e le aziende che si occupano di trasportare e stoccare la merce prodotta prima che arrivi nelle case dei consumatori. Dal 2018 al 2022 ci sono stati oltre 50 miliardi di dollari di investimenti, una cifra che fa abbastanza impressione. Adesso alcune di queste startup stanno chiudendo, come Convoy, fondata nel 2015 e che aveva raggiunto nel 2022 una quotazione di oltre 1 miliardo di dollari. La startup di San Francisco, Flexport, a ottobre ha licenziato il 20% degli impiegati, e l’unico motivo è quello di fare cassa. Aveva ricevuto finanziamenti per 2 miliardi di dollari arrivando ad una valutazione di 8 miliardi di $.
Anche Uber Freight sta subendo la stessa crisi, si prevede che non ci saranno ricavi quest’anno sebbene solo l’anno scorso fosse stata acquistata da Shopify per 2 miliardi di $. Quest’anno è stata acquisita proprio da Flexport per una piccola frazione della cifra sborsata da Shopify. Insomma, sembra quasi un disastro, come quello di Katerra, unicorno del 2019 nel settore della logistica delle costruzioni, con un finanziamento da 2 miliardi e andata in bancarotta nel 2021.
Gli investimenti nelle startup di supply-chain del 2023 sono poco più di 1 miliardo di dollari, e nel 2022 a fine ottobre erano più di 5 miliardi. Forse non c’è nessuna bolla dietro, forse non è nient’altro che un riposizionamento da parte degli investitori, ma certo che un sistema di investimenti così esagerato rischia di crearla, la bolla, e d’altra parte il modo in cui le bolle si creano e poi esplodono è proprio questo.
Il settore FoodTech
Gli investimenti nella FoodTech Industry sono diminuiti in modo significativo nel 2022 rispetto al 2021, e hanno continuato a diminuire in modo ancora più veloce nella prima metà del 2023. Questo trend negativo si ripercuote in particolare sugli unicorni. Queste startup infatti sono considerate obiettivi da raggiungere per tutto l’ecosistema, che comprende decine di migliaia di imprese. Insieme, creano un’istantanea di ciò che sta accadendo nel mondo del FoodTech.
La categoria del delivery è la più rappresentata, ma gli investimenti sono in calo anche qui, come ho scritto nel paragrafo precedente. Nel 2022, 12 startup sono diventate unicorni nel segmento FoodTech, ma sono per lo più aziende che si occupano di digitalizzare il delivery e la gestione della ristorazione. L’ingresso delle tecnologie digitali nel FoodTech sta forse diventando più maturo, e quindi passato l’entusiasmo per tutto quello che è digitale probabilmente si assiste ad un utilizzo più moderato e dunque più utile. Forse stiamo tornando a quando le startup venivano create per lo più per testare nuovi modelli di business e tecnologie, per poi essere acquisite da aziende consolidate. Come ho già detto, a mio avviso il mercato si sta riposizionando e i VC stanno aspettando di veder nascere nuove opportunità in questo settore. Gli investimenti nella foodtech industry sicuramente ripartiranno il prossimo anno e probabilmente vedremo anche un ritorno delle startup che si occupano di food delivery.