Il 31 maggio si è tenuto allo ZPark di Beijing (Pechino) un evento dove sono state affrontate le strategie digitali per l’industria del vino in Cina.
IoT nella Cina del vino
Ospite della giornata è stata Mia Zhang, consulente per il Beijing International Wine & Spirit Exchange, un hub per il commercio del vino basato su un avanzato sistema digitale per regolare gli scambi. L’Exchange è un punto di riferimento per la tecnologia e soprattutto porta il maggior guadagno per il distretto di Haidian, dove si trova l’hub. Lo scopo di questo centro è far crescere la cultura del vino, grazie anche alla buona capacità di spesa della popolazione del distretto. Ciò migliora anche la qualità delle aziende vinicole della provincia di Hebei.
Il primo speech del pomeriggio si è focalizzato sulla trasformazione dell’industria del vino grazie alle nuove tecnologie. La discussione era centrata sulle analisi della qualità del suolo, soprattutto sull’utilizzo di satelliti per la raccolta dei dati; sono state trattate anche le piattaforme tecnologiche necessarie per l’elaborazione delle informazioni. Insieme ai dati provenienti dai sensori a terra, l’unione di IoT e industria del vino consente di capire al meglio dove piantare nuovi vigneti.
Al momento la Cina sta diventando il primo mercato per la IoT al mondo, ed entro il 2022 porterà tra il 20 ed il 30% del PIL cinese. Vedendo i margini di crescita del mercato del vino, la Cina sta investendo anche nelle tecnologie ad aiuto dell’industria vinicola, che a causa del cambiamento climatico, delle diverse abitudini di acquisto dei consumatori e dei rapporti commerciali globali, non sarà più lo stesso di prima. Sono fattori che l’export del vino italiano in Cina deve considerare.
Abitudini digitali del winelover in Cina
Al Vinexpo 2018 di Hong Kong, una delle più grandi fiere del vino, si è parlato di strategie digitali dell’industria del vino in Cina; Sarah Heller, MW ormai stabile in Cina, è convinta che questo sarà il nuovo obiettivo. In particolare i giovani consumatori detteranno il trend commerciale e di mercato nei prossimi anni con le loro abitudini di acquisto, ossia il mercato online.
Quando consumano informazioni sul vino, le nuove generazioni vogliono visualizzare qualcosa che dia loro un’emozione; ciò può essere ottenuto grazie a video e conversazioni dirette con i produttori
Non vogliono ascoltare descrizioni sui riconoscimenti olfattivi, viaggiano all’estero usando il proprio smartphone con cui si informano grazie alle reti social e poi acquistano. Ecco quindi che puntare sulla tecnologia, che è il linguaggio delle nuove generazioni, è la mossa vincente che la Cina si prepara a compiere. E soprattutto usano quasi esclusivamente i pagamenti digitali.
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Il linguaggio digitale del consumatore, le sue preferenze e le abitudini di acquisto definiranno le strategie dell’industria del vino in Cina, e come questa si muoverà anche nel resto del mondo [/su_note]
Il modo di presentare il vino è cambiato, e di questo il marketing deve necessariamente tenere conto. I cinesi non hanno grande conoscenza del vino, quindi si affidano ai commenti online, al prezzo, alla facilità di acquisto sulle piattaforme online come YesMyWine.
Vino e reputazione digitale
Il linguaggio del vino determina le strategie di marketing, ad esempio favorendo i cosiddetti micro influencer, account che non hanno milioni di followers, ma solo qualche migliaio. Il consumatore cinese, ma vale in generale per le nuove generazioni, si fida molto del brand e della reputazione online delle aziende e degli altri wine lovers.
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Le persone sono interessate alle aziende vinicole che i loro amici hanno visitato e di cui hanno pubblicato foto sui social media. Ci sarà molto da dire sui micro influencers[/su_note]
Le aziende vinicole cinesi stanno spendendo molto per implementare e-commerce interni, offrendo percorsi virtuali e poi vendendo pacchetti turistici ai giovani cinesi. Tutte cose che l’industria del vino italiano ancora non riesce a sfruttare al meglio.
Il marketing digitale del vino sta cambiando così come il modo di fare il vino, e la Cina è sicuramente da tenere d’occhio, sia come cliente che come esempio tecnologico. I consumi e l’interesse stanno aumentando nelle città secondarie, noi diremmo in provincia. In queste città la concorrenza è minore, e sono quindi buone candidate per migliorare la penetrazione del mercato e sperimentare soluzioni di marketing digitale innovative.
Se droni, sensori e satelliti sono la nuova frontiera della produzione di vino, lo studio dei social network e dei comportamenti di acquisto è fondamentale per il mercato. L’export del vino italiano in Cina può tenere conto di questo per aumentare la propria quota di mercato del vino, dove ad ora è in quarta posizione, dopo Francia, Australia e Cile.