Il monitoraggio della filiera del vino: Wenda

Il produttore vinicolo riesce benissimo a controllare quel che accade in vigna ed in cantina, e sa esattamente come sarà il proprio vino, ma il controllo termina quando il vino viene venduto. Per questo motivo l’attività di monitoraggio di tutta la filiera del vino può dare un valore aggiunto al suo prodotto.

Controllare la supply-chain

Inviare un pallet di vini a Hong Kong e non sapere come il proprio vino verrà trattato, per il produttore potrebbe essere un problema che poi spetterà a lui risolvere, con la politica dei resi, e senza sapere con esattezza dove il problema si sia creato e di chi sia la responsabilità.

Un collezionista che spende decine di migliaia di € per una bottiglia di vino di 50 anni, vuole sapere che quella bottiglia è stata ben conservata e, soprattutto, che è la stessa uscita dalla cantina del produttore e non un falso.

Un sistema che affronta questa sfida arriva da Wenda, startup bolognese creata nel 2015 e basata su un gruppo di risorse guidate dall’Ing. Antonio Catapano, con esperienza ventennale nel campo della supply chain integrata (gestiscono da anni il cuore logistico del più grande retailer Italiano con la loro azienda informatica). Il contributo alla conoscenza del mondo vinicolo è dovuto alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

wenda_logo02Ho avuto modo di contattare Guido Rossi, responsabile Marketing e Commerciale  per Wenda, per capire come funziona e a chi è rivolta la loro soluzione.

Wenda è un dispositivo elettronico che può essere inserito sia sul collo della bottiglia per un monitoraggio uno-a-uno, che posizionato all’interno del pallet, così da controllare una spedizione intera.

Tre sono gli scopi del dispositivo: Monitoraggio delle condizioni ambientali della bottiglia, come temperatura, inclinazione, irraggiamento diretto; Protezione da manomissioni e refilling; Comunicazione delle caratteristiche del vino.

Come funziona Wenda

Wenda IoT WineLe componenti della soluzione sono tre, Wenda App, Wenda Device e Wenda Platform.

Il dispositivo che vedete in figura, è il device, ossia un sensore che misura i parametri di monitoraggio e di sicurezza, e poi li registra. Questi parametri possono essere poi letti da un qualunque smartphone dotato di tecnologia NFC, la tecnologia che ad esempio consente di effettuare pagamenti direttamente con il cellulare avvicinandolo ad un lettore adatto. Lo smartphone, tramite l’apposita Wenda App, legge le registrazioni dei dati e li trasferisce sul cloud, l’insieme di server dove i dati vengono immagazzinati e resi disponibili alla lettura.

Il produttore, o chi fa il controllo qualità all’arrivo a destinazione, potrà poi verificare l’effettivo stato ambientale della bottiglia, riuscendo a capire se questa, durante il trasporto, abbia subito maltrattamenti o manomissioni. Il dispositivo assicura infatti anche la protezione della bottiglia, ed è montato sul tappo in modo da impedire i tentativi di refilling, quella pratica truffaldina con la quale bottiglie pregiate (vuote) vengono riempite da vino di poco costo, con lo scopo appunto di truffare il compratore finale (che spesso è un collezionista o una casa d’aste).

In questo modo viene a crearsi un circolo virtuoso con tutti gli attori della supply chain, utile in caso di contestazioni e reclami sia da parte del produttore che del trasportatore, il quale ha tutto l’interesse a dimostrare che il suo compito è stato svolto nel modo concordato.

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I dati che produttore, trasportatore e cliente finale possono vedere, sono gli stessi per tutti e non è possibile manomissione.[/wc_box]

Inoltre nel momento della lettura del device (il dispositivo), dallo smartphone che effettua la lettura possono venire inviati anche i dati di localizzazione geografica della bottiglia stessa (o del pallet, se si è scelta questa soluzione), fornendo importanti dati statistici all’azienda vinicola.

Trovare il cliente giusto

Bellissima idea, ma non la metterei mai sulle mie bottiglie. Questo ha risposto un produttore alla nostra proposta, un produttore entusiasta dell’idea oltretutto. E’ difficile coinvolgere un mondo tradizionale all’utilizzo delle nuove tecnologie. Ma il mercato sta andando in questa direzione.

Dopo aver partecipato ad alcuni concorsi internazionali, come quello di Nizza dove arrivarono secondi, Wenda ha iniziato ad attrarre l’interesse di alcuni investitori e Business Angel. Lo sviluppo ed il prototipo sono infatti tutti interni all’azienda, mentre la produzione in serie viene effettuata all’esterno.

… immagina il ricco collezionista russo, ad esempio, che acquista una bottiglia da 15.000€ e che, presentandola ai propri ospiti, può mostrare il Certificato di Tracciatura e Integrità, dimostrando cioè che la bottiglia non è mai stata manomessa ed è stata trattata sempre con i guanti, da quando è uscita dalla cantina del produttore fino al momento in cui è stata riposta nel suo scaffale. E che, semplicemente sfiorandola con il suo smartphone Android può parlare di quel vino, delle sue caratteristiche, delle note storiche relative all’annata.

Sorgeva perciò il problema di trovare clienti interessati. Il mondo del vino è estremamente tradizionalista, ed un dispositivo elettronico, per quanto elegante e discreto possa essere, messo sul collo delle bottiglie, appariva poco attraente ad alcuni produttori.

wenda_2Il problema è stato risolto segmentando l’offerta: la linea Unique, dedicata a bottiglie di alta ed altissima gamma, quelle per i collezionisti insomma, con un device per ogni bottiglia, e la linea Express, dedicata a spedizioni di massa, con il device inserito nel pallet o nel container.

In entrambi i casi, il costo orientativo per device parte da circa 5 euro.

Il cliente pilota

A questi costi va poi aggiunta una sorta di abbonamento ai servizi offerti da Wenda, come la visualizzazione dei dati aggregati, la Business Analytics, o servizi di marketing.

Tra i produttori che hanno acconsentito di fare da beta-tester, c’è la linea Sangue di Miura di Tonino Lamborghini, vini di alta fascia, ‘brand products’ molto amati dai clienti asiatici e ideata da Stefano Agazzi con lo scopo di promuovere il Made in Italy.  E’ soprattutto questa la tipologia di clienti interessata al controllo dell’intera filiera del vino.

Anche la partecipazione alle aste di vini presso la Casa d’Aste di Pandolfini è stata efficace per presentare e far conoscere Wenda ad alcuni collezionisti. 

Comunicazione con il Cloud

Per ultimo, last but not least, con Guido abbiamo parlato delle funzionalità di comunicazione offerte dalla loro soluzione. Quando lo smartphone si avvicina al dispositivo, infatti, oltre a fare l’upload sul Cloud di tutti i dati relativi allo stato della bottiglia ed i parametri registrati durante il trasporto e lo stoccaggio, può scaricare e leggere le informazioni relative al vino, come il vitigno, le caratteristiche dell’annata, aneddoti e scheda tecnica. E’ questo che in Wenda intendono quando parlano di Vino Certificato.

Essendo una startup, stanno lavorando su più fronti. Quindi non solo sviluppo tecnologico del prodotto, ma anche ricerca di design accattivanti ed abbinati alla livrea della bottiglia, ed esplorazione di nuovi segmenti di mercato come quello dei gioielli.

 

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