La sigla UX è conosciuta soprattutto nel mondo del web marketing, e significa semplicemente User eXperience, ossia Esperienza Utente, il feedback, la sensazione che l’utente ha quando usa un prodotto, fisico o virtuale che sia.
Due esempi di UX di successo
Ad esempio il sito di Amazon ha sicuramente una UX molto alta: è facile nell’utilizzo, ha una grafica che non confonde, tutte le funzioni offerte dal sito sono chiare. Comprare su Amazon è facile, ed è per questo che il sito di Jeff Bezos è di gran lunga leader nel mercato mondiale.
Se consideriamo invece un prodotto reale, il primo che mi viene in mente è iPhone.
L’iPhone è stato inventato tutto attorno alla UX, alla facilità d’uso, alla comodità, alla semplicità. E non importa se il prezzo è alto, anzi: il prodotto è talmente buono che il concetto di ‘smartphone di fascia alta’ è stato inventato proprio da Apple (quando c’era Steve Jobs, naturalmente).
La UX si vede all’acquisto
Nel vino, cosa dovrebbe essere la User eXperience, che cosa fa decidere una persona ad acquistare proprio quella bottiglia, o entrare proprio in quell’enoteca, o usare proprio quell’App per comprare un paio di bottiglie che gli verranno consegnate in tre giorni?
Per quel che riguarda la bottiglia, una buona UX è il peso del vetro. Avere tra le mani un paio di bottiglie pesantissime (da piene e pure da vuote), non è mai una buona cosa: certo è più facile per il trasporto, sono minori le probabilità che si rompa nonostante la poca grazia che alcuni trasportatori hanno nel maneggiare i nostri preziosi cartoni. Ma per l’utente finale, questo può essere un piccolo problema.
Una seconda caratteristica è la retroetichetta, con le informazioni che contiene riguardo la zona e il vitigno, e magari qualche indicazione sugli abbinamenti.
Con il QR-Code è meglio
Nell’epoca digitale però, una buona User eXperience quando acquistiamo una bottiglia di vino è la presenza di un QR-Code che, inquadrato dal nostro smartphone, rimandi alla scheda tecnica presente nel sito del produttore.
Un QR-Code come quello che vedete in figura, può essere generato direttamente da una delle molte [wc_highlight color=”blue”][/wc_highlight]applicazioni online[/wc_highlight] presenti in rete.
Provate ad inquadrarlo con uno smartphone tramite un’app di lettura di codici, e guardate.
In genere sono servizi free per un QR-Code solo, ma anche per quantità maggiori (ad esempio se avete 5 tipologie di vino) i costi non sono elevati.
Se invece volete offrire un servizio migliore al vostro potenziale cliente, potete usare una delle applicazioni professionali che, anziché rimandare alla pagina web, consentono di inserire tutte le informazioni relative alla bottiglia, il vostro marchio aziendale e la mappa per potervi raggiungere.
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Può essere una buona idea inserire un codice di sconto all’interno delle informazioni del codice: basterà che il cliente vi invii una email con questo codice per avere un prezzo migliore sugli acquisti online.
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Le informazioni in questo modo possono essere salvate sul dispositivo mobile usato per la lettura e quindi essere lette anche offline in un secondo momento, ad esempio a casa proprio mentre si sorseggia un calice del vostro vino.
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Un consiglio per ottenere il meglio da un QR-Code è di usare sempre la qualità stampa, anziché la più normale immagine jpg: vi ringrazieranno in tipografia quando la consegnerete per aggiungerla alla stampa della vostra etichetta. [/wc_box]
Uno sconto aumenta abbastanza il punteggio della User eXperience del vostro vino, ma non dimenticate di rendere ‘user friendly’ anche il sito web aziendale: sarebbe come entrare in cantina o in enoteca e trovare ottimi vini ma messi alla rinfusa.