Iniziare una strategia di wine data analytics

Ascoltando in giro  amici produttori, sembra che il mondo del vino non veda il valore proveniente dai dati. Ed è raro ad esempio che quei pochi dati raccolti vengano visualizzati su mappe dinamiche. 

Cosa c’è di veramente prezioso nei dati

Nonostante sia assodato che i dati siano una risorsa preziosa, c’è ancora poca fiducia nella loro utilità e qualche paura per il loro utilizzo, soprattutto quando si tratta di condividere tali informazioni. È questa idea sbagliata che sta trattenendo l’industria del vino ed in generale l’agricoltura a fare quel salto di qualità che proprio i dati consentirebbero.

La ricchezza prodotta dall’analisi dei dati nel comparto del vino risiede nelle informazioni che si possono estrarre da loro. Infatti non è vero che i dati in sé siano preziosi, perché la loro forma grezza non risolve nessun problema. È come entrare in una biblioteca piena di libri: non basta guardarli,  occorre sceglierli in base al titolo, scartare quelli inutili, leggerli. E naturalmente imparare quel che si è letto.

In un articolo su Linkedin, Cathy Huyghe dice chiaramente che i dati non hanno valore, a meno che non vengano consumati.Invece le aziende con una visione più a lungo termine sanno che gli esperti in materia sono necessari per raccogliere, interpretare e fornire approfondimenti sui dati. E soprattutto per trasformarli in informazioni.
La situazione è complicata dalla mancanza di fiducia che è prevalente nel settore vinicolo ed agricolo in genere quando si parla di tecnologie digitali, in particolare a causa delle molte problematiche riguardo la privacy e la sicurezza. Scandali come Cambridge Analytica o i Panama Papers, furti dei dati di catene di alberghi o di banche, non fanno bene alla causa della data analytics.

Per fare una seria analisi dei dati nel comparto del vino, le aziende tecnologiche devono compiere operazioni simili a quelle di un’azienda vinicola nelle proprie vigne:

  • raccolta dei dati grezzi (cosiddetti ‘row’)
  • importazione sulla piattaforma di elaborazione
  • pulizia da dati non leggibili o inutili
  • protezione e archiviazione

In queste operazioni le difficoltà non mancano. Ad esempio, i dati possono provenire da strumenti e dispositivi di fornitori diversi, e quindi spesso con formati diversi, il che obbliga la società di analisi dei dati a tradurli nello stesso formato. Una volta elaborati, i dati possono regalare anche qualche informazione che non ci si aspettava, come descritto in questo mio articolo.

Uva e dati = vino e informazioni

Poi ci sono le operazioni per tirar fuori le informazioni da questi dati, dalla materia prima. Tutte queste operazioni però possono essere svolte a vari livelli, in funzione anche della mole di dati e soprattutto del loro utilizzo. Ad esempio, un produttore potrebbe essere poco interessato alla parte di mercato, che ormai è consolidato, ma avere invece molto interesse sull’evoluzione nel tempo del proprio vino. Anche la viticoltura sostenibile potrebbe essere migliorata. Tre i vantaggi più evidenti della wine data analytics:

  1. risparmio idrico
  2. risparmio dei trattamenti fitosanitari
  3. avvisi in caso di problemi quali gelo, malattie insorgenti, ecc.

Ci sono vantaggi competitivi per coloro che agiscono per primi, i cosiddetti ‘early adopters’. Secondo McKinsey,

Digital significa che le strategie sviluppate esclusivamente nel contesto del settore di un’azienda dovranno affrontare gravi sfide. Approcci tradizionali come il monitoraggio delle strategie dei competitors e l’utilizzo di tali conoscenze per ottimizzare la strategia generale o ottimizzare le catene del valore sono sempre più pericolosi

Sembra che le aziende vinicole non riescano a rispondere all’attuale sfida digitale. È una potenziale ragione per cui molte grandi aziende agricole acquistano startup nel tentativo di risolvere una particolare sfida digitale.

Questo è di difficile realizzazione per una cantina vinicola, soprattutto a causa delle piccole dimensioni medie delle aziende vinicole, in Italia ed in Europa in genere. È la grande differenza tra il panorama del wine tech in California, in Australia, in Sud Africa, e quello che si vede in Europa. E quindi richiede una diversa strategia, che deve necessariamente partire dalla condivisione dei dati, delle risorse, dei risultati.

Dalle aziende tecnologiche ai coltivatori, il settore della wine industry deve abbracciare la digitalizzazione rendendosi conto che l’aiuto deve venire dall’esterno e agire rapidamente. Questo è ciò che sosterrà la prossima fase della rivoluzione dei dati del settore vinicolo.
Non è più possibile adottare le strategie digitali restando esclusivamente all’interno della propria vigna.

Photo by Janko Ferlic from Pexels

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