La notizia arriva inaspettata, e vedere Winc in bancarotta è strano, visto che è uno dei più autorevoli wine club nel panorama del D2C per il vino.
Chi è Winc
Winc è stata fondata nel 2012 e da allora ha ricevuto oltre 50 milioni di dollari di finanziamento; lo scorso anno si era quotata in borsa diventando una Public Company; il capitale era arrivato a 70 milioni di dollari. Un rapporto finanziario del terzo trimestre aveva messo a nudo le difficoltà che stava affrontando. Winc ha riportato un calo complessivo delle entrate nette totali, con entrate nette del DTC in calo di $2,8 milioni. A settembre il CEO Geoffrey McFarlane, co-founder, si è dimesso e il ruolo di CEO è stato affidato provvisoriamente ad un altro co-founder, Brian Smith.
Fino ad ora nessuna comunicazione ufficiale da parte della compagnia, e il sito web è non raggiungibile: l’errore 1020 significa che sono state chiuse le rotte internet verso la url del sito (per farla semplice).
La compagnia si era quotata in borsa lo scorso anno con una IPO a 10$ per azione; solo a marzo di quest’anno le azioni erano scambiate a 13$, con un aumento del 13,8%, anche grazie ad un buon report per il Q1 2022. Ma a settembre, poco prima delle dimissioni di McFarlane, le previsioni non erano più così buone, e le azioni sono calate del 17%. Attualmente le azioni di Winc sono listate a 30 centesimi. Questo ha portato alla richiesta del Chapter 11, che vuol dire Winc in bancarotta.
Report poco piacevoli
Il report del Q3 2022 illustra una situazione poco felice; Winc ha accumulato molti debiti e a fronte di un fatturato di 72 milioni di dollari non c’è stato alcun profitto. In un comunicato la compagnia aveva confermato che:
In questo contesto macro impegnativo, la Società sta dando la priorità al controllo dei costi e alla gestione del flusso di cassa mentre intraprendiamo misure per migliorare la redditività concentrandoci al contempo sul nostro core business (da The Drink Business)
Il problema delle società che fanno D2C fa parte della situazione che molte aziende devono affrontare; c’è un calo generale degli investimenti, come confermava anche Paul Mabray dopo la chiusura della sua startup Pix. Il maggior creditore di Winc è Meta, con cui ha un debito di oltre 750.000$, molto probabilmente tutti di advertising. Negli ultimi mesi molte compagnie tecnologiche iniziano ad avere qualche difficoltà proprio perché le aziende stanno diminuendo gli investimenti pubblicitari.
Winc in bancarotta
Compagnie come Facebook e Google, che basano la loro revenue proprio sulla pubblicità, potrebbero trovarsi ad affrontare situazioni più difficili del solito. In ogni caso, la richiesta di Winc del Chapter 11, ossia la procedura guidata di bancarotta, arriva abbastanza improvvisa. Le quotazioni fino a prima dell’estate erano buone, e le previsioni positive, nonostante una flessione nei risultati operativi. Per ora però sono tutte qui le informazioni, quindi dovremo attendere altre notizie prima di capire cosa sia successo e perché.