Come ogni anno, il Reuters Institute ha pubblicato il report sulle Digital News, una analisi importante per chiunque si occupi di comunicazione.
Soprattutto quest’anno, il rapporto assume significati particolari in vista del futuro dei mezzi usati per recuperare informazioni. L’analisi è piuttosto lunga, oltre 100 pagine, e riguarda Europa, Americhe, Pacifico asiatico, Africa. Non tutti i paesi sono stati presi in considerazione, mancano ad esempio la Russia e la Cina e per quel che riguarda l’Africa sono presenti solo Kenia e Sud Africa.
Il report è stato naturalmente influenzato fortemente dalla pandemia, non potrebbe essere altrimenti. Il direttore del Reuters Institute, Rasmus Kleis Nielsen, scrive nell’introduzione:
Il grosso della ricerca presentata nel report di quest’anno è stata effettuata prima che il virus avesse colpito molti paesi. Ma i risultati del lavoro che abbiamo fatto nei mesi scorsi, mostrano che la crisi molto probabilmente ha accelerato una tendenza di lungo termine verso media più digitali e più mobili, e dominati dalle piattaforme di comunicazione.
Ci sono alcuni punti interessanti che emergono dal report sulle Digital News 2020; naturalmente potranno essere confermati, o smentiti clamorosamente, dal report del prossimo anno. Però possiamo vedere la conferma di alcuni trend.
1 – Accesso via smartphone
È dal 2017 che lo smartphone ha superato il computer come strumento per accedere alla rete. La corsa non si ferma, soprattutto in questi mesi in cui spesso i computer di casa erano usati per lo smart working o dai figli per seguire le lezioni di scuola. Le notizie e le informazioni, di qualunque tipo, si recuperano tramite smartphone, usando anche app per l’aggregazione di notizie o specifiche delle varie piattaforme, come BBC, New York Times e simili.
2 – Comunicazione visuale
Continua la crescita dei canali video, YouTube o Facebook video, anche per avere informazioni sulle notizie quotidiane. Sono favoriti gli account che fanno uscire i loro post in giorni ed orari fissati, come in ogni palinsesto che si rispetti. Anche le Instagram Stories si dimostrano un canale interessante, così come Tik Tok rispetto a Snapchat.
3 – Podcast in aumento
Come i video, anche i podcast hanno avuto un balzo in avanti; si ascoltano podcast specifici per interesse, ma anche quelli generalisti o gli stand-up comedy. È un fenomeno che sta conquistando anche il sud Europa, fino ad ora poco abituato a questo canale. C’è una forte differenziazione per età per quel che riguarda gli argomenti ascoltati. I più giovani, sotto i 24 anni, ascoltano maggiormente true stories e lifestyle. Fra i 25 e i 35 sono le news e podcast specialistici ad essere i più ascoltati. Per quel che riguarda le piattaforme, gli investimenti di Spotify hanno dato un buon risultato, visto che sta raggiungendo iTunes e Google Podcast in termini di ascolti e download. Negli Usa è la prima piattaforma.
4 – Newsletter e abbonamenti
Sembra un ritorno a vecchie abitudini, ma è spiegabile con il fatto che sono leggermente aumentati gli abbonamenti a pagamento ai canali di informazione. Molti quotidiani e settimanali infatti offrono i loro contenuti solo a fronte di un pagamento, ed i loro lettori si affidano alla Newsletter per non perdere gli articoli più importanti. D’altra parte, la crisi sanitaria ha costretto molte persone a diminuire le proprie spese, ed una delle voci ad essere tagliate è proprio l’abbonamento a riviste e giornali. Per questo motivo è necessario avere una propria strategia di linguaggio digitale, come scrivevo anche in questo post.
5 – Blog e siti web
Non sono citati esplicitamente i blog come fonte di informazione. Fino a qualche anno fa, la banda disponibile nelle case non rendeva semplice la fruizione di contenuti video, soprattutto da smartphone. Le migliorate condizioni di accesso alla rete però non hanno diminuito in modo considerevole l’uso di siti web per informarsi, sia per le news che per argomenti specifici.
Come scrivevo inizialmente, e come avvertono in più parti gli estensori del report sulle Digital News, questi dati dovrebbero essere divisi in due, temporalmente.
Aprile 2020 è stato il mese in cui più si è visto l’accesso alla rete, visto che i giornali e le riviste cartacee non potevano essere distribuite facilmente. In quel mese, i canali televisivi sono stati i mezzi di informazione più usati. Certo, occorrerà attendere l’anno prossimo per avere una analisi più accurata e non affetta da eventi esterni.
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