L’azienda vinicola Deep Sky Vineyard possiede vigneti in Arizona e in Argentina. Qualche anno fa, la rottura di una valvola del sistema di irrigazione ha provocato un allagamento dei vigneti in Arizona, quindi hanno quindi pensato a soluzioni basate sulla IoT.
Google Cloud nelle vigne
L’idea alla base era di utilizzare dispositivi IoT nei vigneti per misurare i parametri del terreno, l’umidità dell’aria, lo stato di salute delle viti. Ma, come fare ad integrare tra loro tutti questi dati, farli diventare informazioni utilizzabili e poi sfruttarle per prendere decisioni, manuali o automatiche, sull’andamento dei vigneti?
Raccogliere i dati infatti è in fondo qualcosa di semplice, è solo questione di hardware, di dispositivi, di oggetti da installare. La parte complessa è raggrupparli insieme e farli diventare informazioni che agiscano poi su altri dispositivi per compiere delle azioni.
La soluzione di Deep Sky Vineyard è stata utilizzare i servizi Cloud di Google nei vigneti, per essere più precisi uno dei partner di Google Cloud Technology, ossia Niolabs.
La loro tecnologia consente di connettere tra loro diversi dispositivi IoT nei vigneti e farli dialogare tra loro, utilizzando poi altre piattaforme di Google per l’elaborazione dei dati e la visualizzazione delle informazioni.
Viene tutto realizzato utilizzando i servizi cloud di Google, e non è necessario installare hardware in cantina. Niolabs usa questi servizi e costruisce una piattaforma di gestione praticamente su misura. È quindi una soluzione modulare, sfruttando la potenza del cloud di Google.
Interventi nei vigneti e tecnologia digitale
In questo modo, secondo il sito di Deep Sky Vineyard, è stato possibile diminuire il consumo di energia del 15% e gli errori umani del 75%. In particolare, i grappoli di Grenache negli anni precedenti subivano delle perdite del 30% a causa di troppa umidità o troppa siccità; nel 2018 queste perdite sono notevolmente diminuite.
Ancora più importante, il risparmio di acqua è stato tra il 60 ed il 70%, ossia circa 7 milioni di litri. Non è poco, no?
Senza la soluzione digitale di Google e Niolabs, non avremmo le informazioni necessarie per prendere le giuste decisioni nelle nostre vigne (Phil Asmundson, proprietario di Deep Sky Vineyard)
L’azienda vinicola ha iniziato nel 2016 la collaborazione con Niolabs, e nel 2018 è partita la sperimentazione, con i risultati che ho detto prima.
Hanno installato sensori nel terreno ed usato le stazioni meteo esistenti, e il partner Google ha pensato al resto. Le informazioni vengono visualizzate sul desktop e sui device mobile, quindi è possibile sapere l’andamento dei propri vigneti anche lontano dal vigneto. Gran parte del lavoro viene fatto in modo automatico, il sistema decide dove e quando irrigare, o dove intervenire sul terreno o sulle viti in caso di problemi di salute.
https://twitter.com/niolabs/status/1138489320082329600
Le grandi compagnie tecnologiche si stanno interessando degli usi della loro tecnologia per migliorare i raccolti, le produzioni, diminuire i consumi di acqua e di fitofarmaci.
D’altra parte, per usare una tecnologia la cosa migliore è affidarsi a chi queste tecnologie le ha progettate, le ha sviluppate, ne ha fatto il proprio business.
Dotarsi di competenze oltre che di tecnologia
Le aziende agricole e le cantine vinicole spesso non hanno le competenze o le risorse interne per utilizzare nel modo migliore queste tecnologie. Sanno invece come fare per avere il meglio dai loro raccolti e dalle loro vigne; sanno quali sono i problemi che devono affrontare e sanno, molto bene, come fare a risolverli. Il Cloud di Google nei vigneti può aiutare anche nella facilità di manutenzione ed uso.
Chi lavora in agricoltura si è sempre basato sulle previsioni, per il tempo o per la salute dei raccolti, e si appoggia all’esperienza per capire come agire.
Questo però comporta un alto grado di incertezza, ed una decisione sbagliata, un evento improvviso, possono portare alla perdita di parte del raccolto o della vendemmia.
Le piattaforme di analisi dei dati possono fornire informazioni mescolando i dati meteo e quelli sullo stato del terreno o delle piante. La cosa principale che a Deep Sky Vineyard sottolineano è proprio la rapidità nel prendere decisioni, grazie al Cloud di Google nei vigneti. Sensori e stazioni meteo non sono invasivi, e grazie alle reti cellulari la velocità di trasmissione ed il numero di dispositivi connessi aumenteranno. Questo le aziende tecnologiche lo hanno già capito, e alcune ne esistono anche in Italia, ad esempio leggete qui.
Concludendo, le difficoltà tecnologiche sono compito delle Tech, il viticoltore deve solo sapere esattamente cosa è necessario. È importante fare una analisi costi-benefici e mettere in conto un periodo di training. Chiedetelo sempre a chi vi installa qualcosa di nuovo.
Iniziare a pensare ad usare qualcuna di queste tecnologie, ormai non più emergenti, può essere un buon proposito per questi anni 20 del terzo millennio.