Uno dei meccanismi che ha aiutato a far crescere il commercio vinicolo negli ultimi anni è l’adozione di nuovi modelli di vendita online del vino, basati su sistemi più flessibili sia in fase di ordine che di consegna.
Le prime piattaforme di vendita online erano semplicemente un modo nuovo per fare ordini; certo negli anni ’90 e nei primi anni 2000 questa era già una rivoluzione, soprattutto l’utilizzo della carta di credito da inserire all’interno delle piattaforme. Si trattava di vetrine online delle singole aziende vinicole, e tutto l’onere dei pagamenti, del rifornimento, della consegna, era a carico diretto della cantina.
Fino al 2010, i tassi di partecipazione e la quota di mercato del volume di questi tipi di modelli di e-commerce direct-to-home erano bassi, principalmente perché i consumatori li utilizzavano per acquisti occasionali piuttosto che abituali.
Le spese di consegna rendevano le transazioni più costose e incoraggiavano i consumatori ad acquistare vino in modo casuale; il canale online veniva usato soprattutto in quei periodi dell’anno quando normalmente si consuma più vino, come le vacanze estive o le festività di Natale.
Modelli di e-commerce più flessibili
L’uso di tecnologie digitali ha consentito di avere a disposizione modelli più flessibili di ordinazione e consegna, oltre a un cambiamento nelle abitudini di consumo. È possibile restare in contatto con i propri clienti e quindi è aumentata l’offerta e la facilità di acquisto. Alcuni fattori però ancora favorivano l’acquisto in negozio, principalmente tempi di consegna e metodi di pagamento: bastava una telefonata e la merce arrivava in giornata o al massimo un paio di giorni dopo.
Questo era un ostacolo che le soluzioni di vendita online del vino dovevano ancora superare.
Negli ultimi 5 anni abbiamo visto una enorme crescita delle app per il food&wine delivery, crescita trainata dai colossi dell’acquisto online come Amazon e AliBaba. Le soluzioni per il delivery sono cresciute inizialmente in Cina dove le prime piattaforme, come JD.com e TaoBao, hanno iniziato le consegne di prodotti alcolici ai clienti che ordinavano tramite app; sono state le prime a garantire la consegna entro un’ora.
Oggi è praticamente normale avere il prodotto ordinato quasi immediatamente, almeno nelle grandi città; ed è inoltre possibile fare ordini senza quantità minima, anche se veniamo invogliati ad aumentare le quantità con congrui sconti sulle spese di consegna.
La pandemia ha ovviamente accelerato questa tendenza, modificando anche la composizione anagrafica della clientela che ora ha un’età media più bassa rispetto alla fascia 50-60 anni. Sono aumentati gli ordini tramite marketplace rispetto a quelli effettuati direttamente in negozio, proprio perché le piattaforme e le app hanno migliorato la formazione del carrello e abbassato i tempi di consegna.
Parallelamente si sono viste evoluzioni nei sistemi di pagamento digitali. Wine Intelligence ha condotto uno studio sull’e-commerce del vino, mostrando un aumento del 47% tra i consumatori che normalmente acquistano, o acquistavano, vino al negozio. Difficilmente torneranno indietro, almeno nel breve periodo, e la tendenza nei prossimi anni probabilmente si stabilizzerà verso il basso ma comunque a valori più alti di quelli pre-pandemia.
Nota a margine: i dati del report di Wine Intelligence riguardano UK, USA, Messico, Svezia, Germania, Canada e Cina. Sono completamente assenti i tre Paesi dove si produce più vino ossia Italia, Francia, Spagna. Ci sono però gli studi di Nomisma, come potete leggere in questo post.
Gli sviluppi della vendita online del vino
Naturalmente anche l’home working ha contribuito all’aumento delle vendite online, ma questa sarà la tendenza dei prossimi anni, ridisegnando l’urbanistica delle città e naturalmente le abitudini di acquisto. Inoltre un marketplace ha la possibilità di fare da vetrina e scaffale per aziende vinicole di tutto il mondo, dalle più grandi alle più piccole. I wine club hanno, da questo punto di vista, dato un grande sviluppo proprio alle piccole cantine.
Un altro punto fondamentale per l’e-commerce del vino è la creazione di community di consumatori, appassionati di un vino o di una regione vinicola specifica; il moltiplicarsi di marketplace verticali ha consentito di avere una enorme scelta, senza nemmeno spostarsi da casa.
Le differenti abitudini di vita comporteranno un nuovo disegno di molti aspetti della nostra vita, lavoro, studio, acquisti, spostamenti. Vacanze. Il rischio per il settore vinicolo del vecchio continente è di vedersi superato da competitor più giovani ed agguerriti, come Australia e Cina; senza dimenticare ovviamente gli USA, con la potenza della loro innovazione digitale.
Questo è un punto che vedo poco trattato dal mondo vinicolo europeo, ed Italiano in particolare; basta vedere i report sul vino, che da noi tengono poco conto delle abitudini dei consumatori, della loro età anagrafica o delle capacità di spesa. Iniziare da una seria analisi dei dati doveva essere una di quelle attività da fare immediatamente, già almeno quattro anni fa.
La vendita online del vino è una realtà che non andrà a scomparire, anzi vedrà una forte crescita, con servizi migliori e innovativi: restarne fuori sarebbe un errore colossale
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