Se volete camminare sulla Luna, potete farlo grazie alla Realtà Virtuale. Se volete nuotare nel fondo degli oceani, grazie alla Realtà Virtuale potete farlo.
E se volete sapere come sembravano le terme di Caracalla ad un antico Romano, i visori di Realtà Aumentata vi verranno in aiuto.
Ma come usare queste tecnologie per il vino?
In Australia sembra che questa idea stia prendendo piede. Mi piace quando nuove tecnologie vengono usate in settori del tutto tradizionali, proprio come il vino.
In un articolo su ABC, si legge che alcuni produttori stiano iniziando a partecipare a progetti che coinvolgono proprio AR e VR.
Ho chiesto a Matthew Moate, Executive Officer della WISA, l’associazione dei produttori Australiani, cosa ne pensa:
È importante per un produttore di vino massimizzare il potenziale delle nuove tecnologie per connettersi e coinvolgere i propri clienti. Il vino è un prodotto locale, e condividere la sua storia può non essere semplice. I posti magnifici dove il vino australiano si origina e si sviluppa, spesso sono difficili da comprendere, specialmente per quei consumatori con poca esperienza. L’uso di VR, AR e la tecnologia dei Tour Virtuali rende i nostri vini, le persone e le regioni molto più accessibili, e regala benefici tangibili tanto ai produttori quanto ai viaggiatori.
Di sicuro, non è semplice sperimentare tecnologie simili in un mondo, come quello del vino, così tradizionale, sebbene in Australia non siano molto legati di noi alla sua storia (avendone molto meno).
Però di certo si potrebbero trovare degli utilizzi interessanti anche qui da noi, se solo ci liberassimo di qualche remora e timore digitale.
Nei prossimi giorni pubblicherò un post scritto da una ragazza che in Australia, insieme al fratello, sta sperimentando queste tecnologie proprio nel campo dell’enoturismo.
Magari ne viene fuori qualche idea buona anche per noialtri.