Tra le poche cose positive accadute lo scorso anno, l’e-commerce del vino nel 2020 ed il fenomeno del food delivery sono tra le cose da mettere in lista, insieme allo smartworking. I nuovi modi di lavorare, vendere e comprare sono diventati bruscamente una realtà necessaria; la pandemia e i relativi lockdown hanno costretto tutti a trovare soluzioni alternative per andare avanti. Le tecnologie digitali sono state fondamentali per molti settori di business.
I dati sull’e-commerce del vino
Il report di Nomisma, pubblicato da Wine Monitor, cerca di fare luce sui numeri del settore. Nel commercio mondiale, se nel 2009 il canale online era l’1% delle vendite, nel 2019 è salito al 7% e nel 2020 i primi dati forniscono un valore dal 10 al 12%. Vuol dire 1,9 miliardi di bottiglie.
In Italia l’e-commerce del vino ha generato tra i 150 e i 200 milioni di $ grazie a 8 milioni di wine lovers. Si tratta del 27% del totale di chi acquista regolarmente vino. L’informazione importante è la crescita dei clienti esteri, USA, Germania e UK, cresciuti nel mercato online dal 34% al 43% sul total degli acquirenti di vino.
Dai numeri alla strategia
Da questi dati sull’e-commerce del vino le aziende possono costruire le strategie per i prossimi anni, tenendo conto che la crescita non sarà la stessa, ma certo non si potrà tornare indietro. Le previsioni dicono che sarà il 24%, leggermente inferiore al 27% del 2020 ma ben più alta degli anni precedenti. Come scrivevo anche in questo post, alcuni punti saranno più importanti degli altri. Ma mentre molte cose sono risolvibili grazie alla tecnologia, l’assistenza ai clienti diventa fondamentale nella logica aziendale.
Naturalmente le piccole o medie aziende vinicole non possono competere con i grandi player. Nel solo primo semestre del 2020 l’e-commerce del vino ha generato 75,5 milioni di € in Italia, di cui l’83% a carico delle piattaforme come Tannico o Vino.com, e 17% per Amazon e le GDO online. Questo è un valore doppio rispetto al 2019.
Le aziende piccole e medie quindi dovranno trovare un canale online per il loro c-commerce del vino, un canale che sia adeguato alle loro dimensioni. Questo quindi può essere il momento giusto per la nascita di wine club che consentano alle piccole cantine anche l’ingresso strutturato verso i mercati esteri.