Dall’algoritmo al vino: Bright Cellars

Quando entrate in un’enoteca per la prima volta, in genere il bravo enotecaro vi chiede che tipo di vino state cercando, che gusti avete, con cosa lo volete abbinare, quanto volete spendere.

Parla con voi, cerca di comprendere quale bottiglia comprereste volentieri e quale invece no, se siete interessati a vini conosciuti o se vi piace sperimentare.

Dimmi chi sei e ti venderò il vino giusto

Con le vostre risposte, si fa un’idea di quale vino possa piacervi, e vi offre proprio il vino giusto.

Bright Cellars è una startup del vino che fa praticamente la stessa cosa, sfruttando però un algoritmo.  Gli utenti sottoscrivono un abbonamento mensile, cancellabile in ogni momento e senza vincolo di acquisto. Appena iscritti alla piattaforma vengono poste alcune domande sui vini ed i cibi preferiti, costruite secondo uno schema preciso per capire i gusti del consumatore.

A quel punto vengono proposte quattro bottiglie diverse ogni mese per un costo mensile di 60$; in base ai feedback del cliente le bottiglie proposte cambiano, così da accontentare i gusti.

È lo stesso meccanismo di Spotify o di Netflix, con offerte basate sulle scelte dei clienti. Molto semplice, molto funzionante.

La cantina brillante

La startup è nata nel 2014 grazie a due laureati al MIT, Joseph Laurendi e Richard Yau, che dopo quattro anni dalla laurea si sono incontrati di nuovo ed hanno pensato di mettere in piedi la loro startup.

Yau è un esperto di musica ed arte, mentre Laurendi ha una specializzazione in matematica e programmazione, e questa loro differenza è, secondo loro, uno dei segreti dell’algoritmo di Bright Cellars.

Da Boston si sono spostati a Milwakee dopo essere stati per tre mesi ospiti di Gener8tor, un acceleratore che li aveva finanziati con 70.000$ con i quali poterono assumere un ingegnere, un responsabile delle operazioni ed un guardiano.

We see ourselves as this big experiment in finding out what people actually like. And on many occasions it’s not what they think they like, and on many occasions it’s not necessarily what the older demographic wine drinker likes. [Richard Yau, dall’intervista al Chicago Inno]

I vini offerti da questa startup del vino non sono scelti tra quelli più famosi, privilegiando etichette meno conosciute e piccole aziende vinicole; in questo modo i prezzi riescono ad essere contenuti, offrendo ai propri clienti dei vini che difficilmente riuscirebbero a reperire nei normali canali offline come enoteche o supermercati.

Ad agosto del 2015 sono stati finanziati con 2 M$, a maggio 2018 hanno ricevuto 2,8 M$ dal Cream City Venture Capital, grazie ai quali hanno aumentato il personale a 25 unità ed hanno raggiunto i 16.000 utenti. Ad oggi sono ben 6 i finanziatori di Bright Cellars. (fonte: Crunchbase)

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