La tecnologia digitale nel vecchio continente ha una velocità diversa rispetto agli Stati Uniti, ma la wine tech in Francia sta accelerando.
La società più nota oltralpe infatti si chiama proprio La Wine Tech, ed il suo Presidente è Laurent David, alla guida del reparto vendite Europa di Apple per dieci anni. Il passato lavorativo di David è tutto incentrato nella tecnologia visto che ha iniziato presso Ingenico, azienda di terminali di pagamento, poi in Nokia. Nel 2007, l’anno di presentazione dell’iPhone, è stato assunto come direttore vendite dell’azienda di Cupertino.
Erano i giorni in cui Internet non era ancora disponibile sui telefoni … e quando ricevevi il tuo oroscopo via SMS […] Quando Steve Jobs ha presentato l’iPhone sul palco un bel giorno di gennaio 2007, l’intera industria ha preso uno schiaffo in faccia (dall’intervista a Maddyness)
La sua passione per il vino non è mai venuta meno, ed acquistò alcune quote di una tenuta vinicola a Saint-Émilion, AOC Pessac-Léognan, una scelta dettata più dalla passione che dalla remunerazione.
Il network prima e la tecnologia dopo
Questo però gli fornisce il modo per incontrare altri vinicoltori, ascoltando le difficoltà dei produttori per la commercializzazione dei loro vini. La Brexit (viveva a Londra) gli ha dato l’occasione per tornare definitivamente a casa, a Bergerac, dove ha acquistato Château Edmus, 1,6 ettari di grand cru biologico fondato nel 2007 da un enologo, 6000 bottiglie l’anno.
Il matrimonio fra produzione e wine tech in Francia era ormai alle porte: alcuni founder di startup dedicate al vino lo convincono ad accettare la presidenza di WineTech, una associazione costituita per unire tutti gli stakeholders del settore. Ora esistono anche altri progetti legati alla wine tech in Francia, come Start-Up Vin, di cui vi avevo parlato in questo post.
Questo è il collegamento non solo tra le due vite di Laurent David, ma fra due mondi che hanno camminato sempre nettamente separati. Il problema principale era il finanziamento dei viticoltori, ma non esisteva un meccanismo per farlo. Nell’ambito tecnologico oggi esistono numerosi fondi di investimento che consentono alle startup di ricevere i primi finanziamenti per la loro attività; nel mondo del vino non esisteva nulla di simile.
Wine Angels per la wine tech in Francia
Quindi il primo passo di Laurent David è stato reclutare 30 Wine Angels, come i Business Angels tecnologici. Ticket d’ingresso 15.000€ e 100 candidature ricevute. Ora La Wine Tech riunisce 50 startup, tra le più note troviamo Oé e Cuvée Privée, curando anche la parte di comunicazione e marketing. Uno dei grandi punti di forza dell’associazione è promuovere la collaborazione fra le startup associate, sul modello Apple.
Il punto fondamentale del progetto wine tech in Francia è costruire un ponte fra le due catene del valore, quello del vino e quello della tecnologia digitale. Questo vuol dire occuparsi sia dalla parte tecnologica, come robot e sensori nei vigneti, che di quella commerciale. Lo sviluppo del prodotto deve andare di pari passo allo sviluppo della rete di vendita.
Il percorso non è dei più facili, la Francia è ancora più tradizionalista dell’Italia per quel che riguarda il vino, e introdurre nuove tecnologie non è facile. L’innovazione non è proprio il tratto caratteristico della filiera vinicola, ed è per questo che Laurent David sta considerando la proposta di gemellaggio con aziende simili di Argentina e Australia.
La wine tech in Francia, e quindi anche in Italia, può avere potenzialità che in altre regioni vinicole invidiano; ed è interessante l’approccio di La Wine Tech sul doppio binario, tecnologico e commerciale.