La London Wine Fair si tiene regolarmente dal 1981 a Kensington Olympia, ed è stata sempre il punto di riferimento del mercato vinicolo inglese. La LWF riuscì a portare i vini australiani, che fino a quel momento erano praticamente sconosciuti, a superare in UK i vini di Francia e Germania.
La crescita della sua importanza è dimostrata anche dalla costruzione di un sito apposito per ospitare la fiera, nel 2001, fuori Londra. Se però questa scelta fu positiva nei primi anni, ben presto molti produttori, distributori e catene commerciali iniziarono a non gradire la logistica; nel 2014 la LWF fu riportata nella location iniziale. Anche l’importanza della fiera cominciò a diminuire in favore di Dusseldorf, ma resta comunque uno degli eventi importanti per i grandi distributori.
I numeri della London Wine Fair
Nel 2020 la fiera non si è tenuta, chiaramente, ma quest’anno è stato deciso di spostare tutto direttamente in rete, facendola diventare completamente digitale. Sono stati coinvolti grandi numeri, sebbene notevolmente più bassi rispetto agli anni precedenti. Probabilmente la riapertura degli eventi in presenza ha spinto catene vinicole e distributori ad attendere che si possa tornare alle normali abitudini degli anni passati. O forse è perché ancora è una cosa nuova e distante dal solito modo di proporre il vino. Il ProWein di Dusseldorf è stato cancellato per il 2021, e forse gli inglesi speravano di attirare qualche partecipante in più.
Dal 17 al 19 maggio sono stati 2608 i visitatori che hanno partecipato alla London Wine Fair 2021; nel 2019 erano 13260; in un’intervista ad Harpers, la direttrice Hannah Tovey si è però mostrata contenta di questa partecipazione, visto che ne aspettavano molti di meno. La fiera è stata organizzata in pochi mesi, e quindi lo sforzo comunque è stato notevole.
Prezzi fissi e add-on
Secondo Tovey, questo è stato fino ad ora il più grande evento digitale del vino in tutto il mondo: facile, visto che è stato anche l’unico di un certo rilievo. Ricordo che Vinitaly 2021 si terrà dal 17 al 19 ottobre in un sistema misto fra presenza fisica e digitale.
Abbiamo controllato e siamo sicuri al 99,9% che questo sia il più grande evento di vino digitale che possiamo trovare al mondo (Hannah Tovey, intervista ad Harpers)
Secondo i dati ufficiali erano presenti 238 stand virtuali per oltre 3.435 prodotti diversi, provenienti da 33 paesi diversi. Borough Wines, che ha collaborato con LWF per gestire il reimbottigliamento e le consegne, ha inviato 25.000 campioni individuali ad aziende, acquirenti e giornalisti.
Le 28 sessioni, che includevano Tasting Masterclass, Industry Briefing e Panel Discussions, sono state viste quasi 6.000 volte; 154 persone hanno guardato il live del briefing principale della Fiera la prima mattina ospitato dal CEO Miles Beale.
Ci sono state 9500 comunicazioni, tra email e notifiche, per aggiornare i visitatori sui calendari delle degustazioni e dei seminari; è stato studiato un algoritmo apposito per la gestione di tutti gli eventi, personalizzando i calendari di ogni partecipante.
Fiere digitali e piccoli espositori
La direttrice della LWF ha sottolineato i costi inferiori rispetto agli anni passati per accedere all’evento, e questo ha probabilmente invogliato le aziende più piccole. Il prezzo del biglietto per i visitatori virtuali era di 25£, gli operatori potevano affittare uno stand virtuale con costi da 1.000£ a 10.000£. Ogni espositore aveva la sua pagina web a disposizione, la possibilità di organizzare degustazioni di gruppo, potevano caricare video. Era possibile, per il costo minimo, fornire ai visitatori la possibilità di prenotazione dedicata per alcune degustazioni.
La differenza di prezzo era dovuta all’aggiunta di add-on come la gestione dei calendari, le comunicazioni personalizzate e l’assistenza dedicata; in particolare la gestione dell’invio dei campioni di assaggio a casa del visitatore, in bottiglie da 50cl, è stato uno degli add-on più richiesti.
La London Wine Fair già da tempo si stava concentrando sul Regno Unito per attirare di nuovo gli importatori dopo un periodo di diminuzione delle presenze negli anni precedenti. Nel 2019 il numero dei visitatori era calato del 7% rispetto al 2018, che però era andato meglio del 2017; ma erano già cinque anni che i partecipanti mostravano numeri in flessione.
Una fiera quasi permanente
La diminuzione dei costi ha indotto non solo piccoli distributori, ma anche quelli più grandi a tornare a partecipare, grazie anche all’accesso a prezzi sostenibili al database della LWF. E questo indica, se pure ce ne fosse ancora bisogno, dell’importanza e della ricchezza contenuta in un database di clienti e fornitori. La piattaforma della London Wine Fair inoltre resterà accessibile fino a fine agosto sia per gli espositori che per i visitatori. Questi numeri in realtà non sono importanti se presi da soli, ma se inseriti in una analisi più completa, come scrivevo in questo post.
Alla domanda se gli aspetti della Fiera digitale possano essere fusi con le future fiere del vino fisiche di Londra, Tovey ha risposto un deciso sì, aggiungendo che il suo lavoro nelle prossime settimane sarà capire come creare un ibrido fra digitale e reale. Tra gli aspetti che hanno avuto più successo, sono state le riunioni programmate di massimo 15 minuti, secondo Tovey.
Ora sarà interessante vedere se questi modelli possano venire esportati anche per il futuro, consentendo come dicono gli organizzatori della London Wine Fair un modello misto.