Blockchain nella filiera del vino

Di blockchain ho già parlato, anche qui, sebbene possa essere complicato da capire come una tecnologia esoterica come la Blockchain entri nella filiera dell’industria del vino.

Blockchain, pubblico registro per il vino

Più di uno però questo collegamento lo ha fatto, e lo sta facendo proprio adesso, aziende tecnologiche e vinicole che lavorano insieme per risolvere un problema ed offrire servizi ai clienti.

È il caso di EZLab, un’azienda di Padova che ha sviluppato un sistema di controllo dalla produzione alla vendita finale dedicato al vino, collaborando con Cantina Volpone, azienda vinicola pugliese, ed uno dei suoi prodotti, una falanghina.

La soluzione si chiama WINE Blockchain ed è stata realizzata in collaborazione con Ernst&Young Italia.

La soluzione consentirà di dare al consumatore tutte le informazioni relative alla produzione del vino contenuto nella bottiglia, basterà inquadrare il QR-code sull’etichetta e compariranno le notizie relative. 

Dal sito di EZ Lab

Sono riuscito a contattare alcune persone di EZ Lab, in modo da capirne di più e tentare di spiegarlo anche a voi lettori.

Nei prossimi giorni pubblicherò una intervista ad uno degli ideatori del software.

Tracciatura End To End

Per dare un’idea di cosa sia blockchain, pensatela come un enorme registro di tutte le transazioni che vengono fatte, un po’ come il libro della partita doppia. 

In pratica, ogni passaggio di mano, ad esempio cinque quintali di uva vengono portati alla cantina sociale per essere trasformati in vino, viene trascritto su questo registro pubblico. 

Il fatto che sia pubblico è importante: chiunque può vedere che la transazione è andata a buon fine, e soprattutto è criptata, quindi la scrittura non può essere modificata. 

In tutto questo, entra anche un altro concetto, quello degli Smart Contract, che sono dei contratti che vengono stipulati fra le due parti, proprio come avviene normalmente.

Sono solo un po’ più complessi, perché riguardano non solamente merci fisiche ma anche i bit. Anche qui, gli Smart Contract non possono essere modificati o falsificati.

Se questo può sembrare un sistema paranoico, non dimenticate quante truffe, e di che portata finanziaria, avvengono nell’industria del vino ed in quella agroalimentare.

A mio avviso, è un gran risultato sia per l’industria vinicola italiana, che può così vedere come la tecnologia possa aiutarla a migliorare la propria industria, che per l’industria tecnologia, che dimostra, ancora una volta, di essere all’avanguardia nello sviluppo e nell’utilizzo delle tecnologie esponenziali.

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