L’utilizzo di pesticidi ed erbicidi sembra sempre più massiccio, sebbene gran parte del mondo agricolo alzi ogni volta la voce contro il loro uso. Il settore agrotech consente di avere una miglior conoscenza del territorio, cosa che per una azienda agricola o vinicola è di fondamentale importanza, così da poter agire tempestivamente contro parassiti, malattie ed infestazioni.
Controllo aereo del vigneto
L’uso di apparecchiature tecnologiche come i droni può essere uno strumento efficace per ridurre l’uso di pesticidi ed erbicidi nel vigneto, e non solo in California o in Australia, ma anche nella ben più conservativa Francia.
Il piano Ecophyto è nato nel 2008, e rischedulato nel 2015 come Ecophyto 2, con il proposito di arrivare nel 2018 ad un uso di pesticidi in agricoltura del 50% in meno.
Il vino è, così come in Italia, una delle migliori voci nella bilancia tra import ed export, così alcuni viticoltori francesi hanno iniziato a guardarsi attorno per capire come la tecnologia possa aiutarli nella battaglia contro i pesticidi. Non poteva quindi mancare l’apporto della regione di Bordeaux, che nel bene e nel male segue sempre ogni novità che possa aiutare i vigneron bordolesi a produrre, e soprattutto a vendere, il loro vino.
Tra le zone vinicole più attive troviamo l’Aquitania, che ha iniziato con il progetto Vitidrones con l’obiettivo di sviluppare un servizio di telerilevazione della vigoria delle viti usando UAV (Unmanned Air Vehicle), cioè i droni.
Geolocalizzazione dei vigneti
Le misurazioni aeree saranno inizialmente incrociate con quelle a terra, per controllare la bontà dei dati raccolti dai droni; nel frattempo verranno utilizzati gli strumenti di geolocalizzazione presenti sugli UAV per costruire mappe digitali delle parcelle dei vigneti. Tra i vigneti più noti delle Graves troviamo Château Pape-Clément, gran cru classé.
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Non sarebbe male se anche i vignaioli Italiani iniziassero, almeno, a ragionare su questi argomenti, se non vogliono scomparire nel mercato dominato da Australiani, Californiani, Spagnoli e, appunto, Francesi.[/wc_box]
Una batteria di droni costa di certo molto meno dell’utilizzo di un satellite, strumento che fino ad ora veniva adoperato per mappare in luce infrarossa appena il 3% delle zone vinicole ed inoltre i dati provenienti dai droni possono essere disponibili praticamente in tempo reale, mentre quelli raccolti dai satelliti devono essere inviate dai centri di controllo missione ad un punto di raccolta comune, e poi da lì elaborati.
Un marziano tra i filari
La mappatura digitale dei terreni ha inoltre un altro vantaggio, ossia avere la possibilità di inviare le coordinate ed il perimetro del vigneto a strumenti mobili autonomi terrestri.
Stanno infatti iniziando ad essere utilizzati i Vitirover, che sono esattamente quel che dice il nome, cioè dei rover come quelli inviati su Marte, ma che si spostano tra le vigne, togliendo l’erba dove questa è dannosa, e prendendo misurazioni della vigoria delle piante o dello stato di maturazione delle uve, grazie ad un piccolo laboratorio d’analisi montato su di essi per verificare ad esempio acidità, zuccheri e grado di maturazione fenolica. Funzionano ad energia solare.
Se la Francia riuscirà a ridurre al di sotto del 50% l’uso di pesticidi entro il 2018, ce lo auguriamo tutti, nonostante alcuni ritardi legislativi. Di certo sta passando anche oltralpe il concetto che la tecnologia può e deve essere un aiuto per migliorare la qualità di quel che mangiamo e beviamo.
Molte aziende tecnologiche francesi si stanno trasformando in questo senso, e si può intravedere, anche se non a breve termine, la nascita di nuove professioni o la modifica di alcune di quelle più datate.